venerdì 9 marzo 2018

"Sentimi" di Tea Ranno: due chiacchiere con l'autrice

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Altro giro, altra corsa, ed oggi scopriamo insieme qualcosa di più su "Sentimi" di Tea Ranno, appena uscito per Frassinelli (rilegato a 17,50€), con il resoconto dell'incontro con l'autrice a Tempo di Libri:
Durante una notte surreale, e nello stesso tempo fin troppo reale, una donna, una scrittrice, tornata nel paese siciliano dove è nata, ascolta decine di voci che giungono da un altrove indistinto, che si fanno strada in una nebbia strana, inquietante. Sono voci di donne morte, che vogliono, devono, raccontare le loro storie perché la scrittrice le trascini fuori dall'oblio al quale sono destinate.
Sono storie quasi sempre dolorose, a volte tragiche, che hanno una caratteristica in comune: l'umanità delle protagoniste, la loro complessità emotiva e intellettuale, i loro sentimenti, le loro vite vere. Ma non solo per raccontarsi, i fantasmi di queste donne parlano all'autrice: c'è anche un'altra storia, che tutte le coinvolge, e che vogliono si sappia. La storia di Adele, figlia di Rosa, ma non del suo legittimo marito, Rosario. E la colpa più grave di Adele è quella di avere i capelli rossi, come il suo vero padre, segno inequivocabile della colpa, delle corna. Per questo Rosario passerà il resto della sua vita nel tentativo di uccidere la bambina, poi ragazza. E per questo le donne del paese faranno di tutto per salvarla. Perché levare almeno la piccola Adele dai meccanismi mentali malati di questi maschi brutali, ancestrali e irredimibili, vorrebbe dire aver salvato tutte loro.

Ecco cosa ci ha raccontato su "Sentimi", Pietra e la scrittura!

Partiamo dalla domanda di rito: com'è nato "Sentimi", e come si inserisce nella tua produzione?
"Sentimi" non è nato come un romanzo, o come una storia da proporre a un editore.
Ci sono stati momenti, nella mia vita, in cui la scrittura è stat un rifugio da ciò che mi stancava o preoccupava. In primis faccio la mamma, perchè ho due figlie e mi piace dedicarmi a loro. Non credo che occuparsi dei figli tolga qualcosa alle donne o impedisca loro di fare carriera, non credo affatto sia svilente, anzi! Ho due gemelle, tra l'altro, e crescerle è un lavoro a tempo pieno e molto impegnativo.
Ci sono momenti, come dicevo, in cui sono troppo stanca o le notizie di cronaca mi colpiscono particolarmente, durante i quali la scrittura diventa un vero e proprio bisogno.
Nel 2016 si parlava moltissimo di femminicidio, visto il numero di casi in costante ascesa, e ricordo che a colpirmi particolarmente fu la storia di Sara (bruciata viva dal fidanzato): sentire parlare di femminicidio avendo due figlie, dentro di me ha creato una combinazione esplosiva che si traduce in scrittura. Non una prosa elaborata, nè un romanzo costruito.
Pensate che scrivo ancora a mano, su dei taccuini numerati e datati.
C'è un particolare autore (o più di uno) che abbia influenzato la tua scrittura?
Con "Sentimi" ho provato a giocare alla Simenon nelle sue memorie intime raccontava un curioso metodo di scrittura, che consisteva nel prendere delle buste gialle e inserire all'interno dei profili di personaggi (psicologici, caratteriali, fisici) con nomi scelti a caso dall'elenco del telefono. Mescolava le buste, e combinava così i suoi personaggi.
Nel mio caso, mi sono procurata dei fogli di carta e ho iniziato a pensare a nomi e profili di donne, delle quali però mi veniva in mente non solo la data di nascita ma anche quella di morte, senza che sapessi spiegarmi il motivo.
A darmi il via per quello che poi sarebbe diventato il mio romanzo è stata la scheda di Pietra, e ho cominciato a giocare con il suo nome, con le rime, con le assonanze.
La sua storia parte da un doppio tradimento, del marito e della sorella (i suoi amori più grandi), che concepiscono dei figli che diventeranno poi la sua ragione di vita.
È stata Pietra a raccontarmi la sua storia, e via via le altre donne si sono palesate, una alla volta.

Nel tuo romanzo la Sicilia è essa stessa piena protagonista.
Mi sono trasferita a Roma nel 1995, e devo ammettere che prima del mio trasferimento non sentivo questo forte bisogno di raccontare la mia terra. Era mia, la vivevo, faceva parte della mia quotidianità.
Nel momento in cui mi è venuta a mancare, la prima cosa che ho voluto recuperare è stato il dialetto.
Abitualmente non parlavo siciliano perchè mia madre è sempre stata inflessibile sulla necessità di parlare italiano, ma poi anche con le mie figlie mi è capitato spesso che mi "uscisse" così, in modo inaspettato e spontaneo.
La Sicilia che racconto è una Sicilia sognata.
Se tu non fossi siciliana, scriveresti in modo diverso secondo te?
Assolutamente sì, ma non solo questo. Ho iniziato a scrivere, di fatto, per sfuggire al mondo giuridico: era uno sfogo creativo mentre portavo avanti la pratica notarile. Ciò che mi ha dato il via è stato il fatto che un'amica ha portato un mio racconto a un editore a mia insaputa, e sono stata convocata. È lì che è iniziato il mio percorso nel mondo letterario, e il confronto con i grandi nomi.

"Sentimi" è una storia di violenza, ma soprattutto è una storia di donne.
Tanti lettori mi hanno fatto notare che sì, io racconto le donne ma che allo stesso tempo mostro gli uomini. Le donne al centro, e perchè sono così attenta alle donne?
Perchè è stato da qui che sono partita, quando ho iniziato a scrivere il mio primo romanzo: un libro sulla caccia alle streghe e sui processi per stregoneria mi ha colpita in modo particolare, e mi ha avvelenata nel profondo.
Ho cominciato a documentarmi, a leggere di atrocità tali da farmi rabbrividire e di una misoginia oltre ogni limite dove la sapienza, la bravura e il talento diventano strumenti del demonio invece di essere riconosciuti come tali.
Volevo raccontare il femminile, e la sorellanza. Uno degli aspetti del libro che vorrei proprio mettere in evidenza è il ruolo centrale della sorellanza, perè l'ho vissuta e la vivo anche oggi: a Roma le ho trovate, le amiche-sorelle, che mi hanno sostenuta quando il lavoro, le figlie, la famiglia e le difficoltà di ogni giorno si facevano sentire.
Non è vero che le donne si odiano e si invidiano, c'è un femminile bello da raccontare e da vivere.
Anche le donne del mio romanzo, persino le più odiose, hanno un pizzico di questo femminile e hanno a cuore l'interesse della bambina.

Cosa c'è di vero, in "Sentimi"?
C'è molto di vero: la storia delle donne violentate dagli alleati, per esempio, è vera e documentata anche se ovviamente ho modificato qualcosa nel mio romanzo; è vera persino quella che sembra una storia assurda, ovvero quella del ragazzo ucciso per una disputa sorta su chi dovesse portare la Madonna Addolorata in processione durante il venerdì santo.
Ci tengo anche a dire che non racconto solo la Sicilia: una delle storie che ho utilizzato nel romanzo è accaduta realmente, ma a Napoli. La Sicilia non è una regione retrograda, o ignorante, ed è un pregiudizio che vorrei aiutare a sfatare.

Si parla molto di femminismo, nel bene e nel male. Tu invece parli di femminile.
Non condivido l'idea del femminismo per partito preso, o della superiorità della donna a ogni costo.
C'è un femminile che permette alla donna di essere unica anche nel momento in cui trova una persona con la quale vivere in armonia.
Credo invece nell'importanza dell'emancipazione, e dell'educazione: incito le mie figlie a studiare, sempre, perchè la preparazione e l'istruzione sono alla base di qualsiasi opportunità.
C'è un libro che mi ha colpita particolarmente e mi ha fatta riflettere a lungo su quanta strada debbano ancora fare le donne in alcune aree del mondo: "Leggere Lolita a Teheran".
Di sicuro fa capire quanti privilegi abbiamo qui, rispetto alle donne che vivono in società diverse dalla nostra.
Credo in un maschile e in un femminile che vivono in armonia e che si supportano vicendevolmente, senza che nessuno rinunci alle proprie qualità.
Devo dire di essere stata fortunata e di essere cresciuta con un esempio del genere: mio padre lavava i piatti, mia madre cucinava, e nessuno ci trovava nulla di strano. Si aiutavano a vicenda, e ora è così anche tra me e mio marito.
Essere una mamma chioccia non mi impedisce di essere una femmina tosta quando serve, anzi.
E nella vita serve!

Ringrazio di cuore Frassinelli e l'autrice per la disponibilità, e consiglio vivamente la lettura del romanzo perchè la prosa di Tea Ranno e la sua capacità di emozionare sono davvero da cinque stelle, e spero che l'intervista abbia stimolato la vostra curiosità.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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