venerdì 21 aprile 2017

Di diari, pigiami e... vampiri: intervista a Mathias Malzieu

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi il blog ospita l'autore che ha conquistato il mondo intero con il suo "La meccanica del cuore": Mathias Malzieu.
Per la prima volta a Milano e di nuovo in libreria con "Vampiro in pigiama" (brossurato a 15€), edito Feltrinelli, un po' romanzo e un po' memoir per raccontare la malattia e come la si supera giorno dopo giorno:
Mathias Malzieu ha sempre sognato di essere un supereroe ma, scopre, anche i supereroi si ammalano. E spesso in maniera grave, al punto da ricorrere a un trapianto, proprio come accade a Mathias. Con la stessa leggerezza e ironia di Jack e Tom Cloudman, gli eroi dei suoi romanzi precedenti, l'autore narra in prima persona le cure mediche ricevute, le degenze negli ospedali, gli incontri di grande impatto emotivo in quei luoghi freddi e asettici, ma soprattutto mette a nudo i sentimenti provati, dal dolore fisico alla rabbiosa gioia di vivere, dall'amore per i cari e per l'adorabile Rosy, al piacere di assaporare le piccole cose quotidiane: il sole, il vento, una Coca ghiacciata, la visione di un film, il gusto di un bacio. Il desiderio di creare, di fare musica, di promuovere il suo film "Jack e la meccanica del cuore", che uscirà a ridosso della diagnosi, terranno accesa la straordinaria vitalità di questo eterno bambino che non rinuncia alle sue galoppate in skateboard né ai suoi sogni. Stoico e coraggioso come un Cavaliere Jedi, affronterà questa battaglia, rinascendo per una seconda volta, grazie al sangue di un cordone ombelicale. L'immaginario pop, le atmosfere oniriche, la scrittura rendono "Vampiro in pigiama" un autentico inno alla vita, vibrante di sincera riconoscenza verso l'umanità.

Ecco cosa ci ha raccontato!

"La meccanica del cuore" ti ha fatto conoscere ed apprezzare in tutto il mondo, e i tuoi lavori precedenti hanno confermato a noi lettori il tuo talento e a te il nostro apprezzamento.
Stavolta però arrivi in libreria con qualcosa di molto diverso e decisamente più personale: quanta pressione senti? È un ostacolo o uno stimolo?
Sicuramente uno stimolo: è ciò che mi dà lo slancio, un soffio d'aria fresca.
È come se si creasse un legame telepatico tra l'autore e il suo pubblico che da qualche parte, a un certo punto, leggerà il libro.
Sapere di essere apprezzato è sicuramente anche una forte motivazione per continuare a scrivere, perchè io quando lavoro penso sempre ai miei lettori e a ciò che spero possa piacergli.

In "Vampiro in pigiama" non c'è solo qualcosa di te: ci sei tu, al cento per cento.
Com'è stato mettersi così a nudo di fronte al lettore?
Se qualcuno me lo avesse proposto qualche anno fa avrei risposto senza esitazione «Ma sei matto?! Mai nella vita!». Condividere il mio diario con il pubblico? Assolutamente no, anche perchè la forma che resta più nelle mie corde è comunque quella del romanzo, in cui invento personaggi che vivono una vita propria.
Ma la malattia ha cambiato le carte in tavola, nel senso che per me scrivere questo diario è stato una forma di allenamento, simile a quello degli atleti prima di correre una maratona: giorno dopo giorno, allenvao la mia immaginazione scrivendo e senza mai rileggere.
Solo quando sono stato meglio ho iniziato a rileggerlo, quando non ero più un vampiro in pigiama, bisognoso del sangue altrui per stare meglio. È stato allora che ho realizzato quanto quella del diario fosse stata la formula giusta per esprimere quanto provavo, una sorta di catarsi che volevo condividere con il pubblico. Non in quanto storia di una malattia, ma come storia di una rinascita.
Certo, una volta arrivato alla sua conclusione mi sono posto la domanda: tenerlo così, in forma diaristica, o trasformarlo in un romanzo? Pubblicarlo o non pubblicarlo?
Ovviamente è stato rivisto e rielaborato, ma la base del diario è quella originale, così come lo sono le date e i miei pensieri.

Potresti essere accusato - dai più sprovveduti - di aver voluto sfruttare un filone redditizio.
Riesco a immaginare qualcuno che alza gli occhi al cielo commentando "ecco l'ennesimo che parla della sua malattia"...
Quando ho scritto questo diario non l'ho fatto pensando di seguire una moda, ma riflettendo da vero combattente, creando tutto intorno a me un esercito invisibile che mi difendesse.
Soprattutto per le notti: di giorno ero circondato e sostenuto dai miei cari, ma di notte la mia immaginazione mi ha sostenuto.
Questo per dire che il punto non è la malattia in sè, anzi, forse è la scusa della storia: l'ho anche chiamata Damocle, per ironizzare.
Non volevo scrivere qualcosa di triste, e anzi, spero di essere riuscito ad essere anche ironico e leggero in alcuni punti: non era mia intenzione dare ai lettori qualcosa di pesante e deprimente.
Volevo raccontare i sentimenti scatenati dalla malattia, e gli sbalzi di umore e di emozione che hanno caratterizzato quel periodo.
Dovevo trasmettere la paura, ma anche e soprattutto la speranza.
Se ci pensi, la mia guarigione ha del magico: sono qui grazie al cordone ombelicale di una donna che ha partorito a Dusseldorf negli anni novanta.
Se non è magico questo!
Parliamo di scrittura. Ogni autore è differente, da chi è molto abitudinario a chi segue solo ed esclusivamente l'ispirazione del momento: tu come ti posizioni tra questi due estremi?
C'è qualche curiosità che puoi svelarci sul Mathias Malzieu scrittore?
Quando ero ricoverato in ospedale sì, praticamente ogni mia giornata era scandita da riti.
Alle 6 di mattina, ogni singolo giorno, mi veniva fatto un prelievo, e sapevo che da lì alle 9 non sarebbe successo nulla: riempivo quelle ore dedicandomi alla scritura del diario.
È la forma stessa del diario a richiedere la scrittura quotidiana, e potevano essere tre frasi o tre pagine ma l'importante era scrivere qualcosa.
In generale, nella mia vita fuori dall'ospedale (prima e dopo la malattia), amo la notte.
La notte è piena di mistero ed è come un bozzolo che ti avvolge e ti accoglie nel suo silenzio: non c'è rumore, non ci sono email alle quali rispondere.
Questo tema del "bozzolo" mi appartiene: il mio posto preferito per creare e riflettere è una poltrona-uovo, nella quale posso sentirmi completamente avvolto e rannicchiato al suo interno.
Oltre a scrivere romanzi, sei anche autore di canzoni: quanto cambia nel tuo processo creativo quando approcci un testo in prosa e quello di unbrano musicale?
Ciò che influenza maggiormente il tutto è la lunghezza differente dei testi: una canzone deve partire con slancio, e deve essere efficace e sintetica, raccontando una storia e condividendo un messaggio nel giro di pochi minuti.
Invece se se si tenesse questo stesso ritmo scrivendo un romanzo ci si troverebbe con il fiatone subito: una canzone è uno scatto, un romanzo una maratona.
I muscoli che vengono attivati sono diversi, sia nel caso fisico che in quello dell'immaginazione.

"La meccanica del cuore" è diventato un film, e il tuo è un caso davvero particolare perchè non sei solo l'autore del romanzo ma anche lo sceneggiatore, l'autore e interprete di musiche e canzoni, e dai la tua voce a un personaggio. Hai anche aperto e chiuso il cinema, giusto?
Esattamente, ho persino preparato i popcorn, oltre a mangiarne molti.
Posso anticiparti anche che sto lavorando al nuovo romanzo, e allo stesso tempo ne sto scrivendo scenenggiatura e musiche.
Questo perchè mi considero un artista, l'etichetta di "romanziere" o "musicista" mi sta stretta.
Per me queste tre modalità di scrittura sono tutte nelle mie corde e lo strumento perfetto per raccontare ed esprimere sentimenti e sensibilità umane.
Ognuna di queste forme di scrittura oltre a permettermi di raccontare la stessa storia in modo diverso mi permette anche di esplorare emozioni differenti.
Inoltre, a differenza delle musiche, che per essere incise e lavorate richiedono di attrezzatura, per la scrittura basta l'immaginazione. I miei vicini non sarebbero d'accordo se iniziassi a suonare di notte, ma scrivere invece si può fare.

Grazie, grazie, grazie a Feltrinelli e a Mathias Malzieu per l'opportunità di scoprire qualcosa di più su un autore che mi piace moltissimo!
Avete già letto "Vampiro in pigiama"?

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento:

  1. Lo prenderò sicuramente. La copertina mi ha attratto subito, ma non conoscendo altro dell'autore, aspettavo di leggere qualcosina sul libro e devo dire che si presenta benissimo. L'autore sembra, peraltro, simpaticissimo!

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