Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciullI)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Red Rising - Il canto proibito" di Pierce Brown, edito da Mondadori (rilegato a 19€):
Darrow ha sedici anni, vive su Marte ed è uno dei Rossi. La casta più bassa, minatori condannati a scavare nelle profondità del pianeta a temperature intollerabili, rischiando ogni giorno la propria vita. Ma Darrow sa di farlo per rendere abitabile la superficie di Marte, per dare una terra alle nuove generazioni. E a ripagarlo dei sacrifici c'è l'amore per Eo, bellissima e idealista. Finché un giorno i due innamorati sono sorpresi a baciarsi in un luogo dove non avrebbero dovuto, sono processati e condannati da un giudice appartenente alla casta degli Oro, la classe dominante. E mentre Eo riceve le frustate di punizione, la sua voce si scioglie in un canto dolcissimo, un canto proibito di rivolta e speranza, lo stesso canto che era costato la vita al padre di Darrow. E ora costerà la vita a Eo. Così inizia "Red Rising", paragonato immediatamente alle massime espressioni del romanzo fantasy contemporaneo. Apprezzato con slancio dai lettori, oggi "Red Rising" ha conquistato i primi posti nelle classifiche del "New York Times" e il suo fascino drammatico e avventuroso ha convinto il regista Marc Forster (World War Z, 2013) a girarne la versione cinematografica (Universal Pictures). Accanto ai grandi nomi di George R.R. Martin, Suzanne Collins e Joe Abercrombie, Pierce Brown ha firmato una saga appassionante, un debutto difficile da dimenticare.
Red Rising: che dire se non "finalmente"?!
Ho aspettato questa trilogia per quella che mi sembra un'eternità, e fino a quando non ho avuto l'ebook al sicuro sul mio iPad2 non ci ho voluto credere.
Ma è qui, l'ho letto e mi è piaciuto: si inserisce alla perfezione nel filone Hunger Games - Il trono di ghiaccio - Il dominio del fuoco, e se avete amato questi tre romanzi allora "Red Rising - il canto proibito" fa proprio per voi!
Pierce Brown ci porta su Marte, ma un Marte colonizzato dall'uomo, con una società castale organizzata per colori (gli Oro al potere, e sotto tutti gli altri colori dello spettro). Un Marte diverso, popolato fin nelle viscere del pianeta: qui si trovano i Rossi, il cui compito è sostanzialmente quello di estrarre minerali come futuristici minatori.
Darrow è un Rosso, ma in fondo la sua vita non è poi tanto brutta: il lavoro è pesante e pericoloso, questo sì, ma ad aspettarlo a casa c'è una famiglia che ama e dalla quale è riamato, e soprattutto c'è Eo. Sua moglie.
Una donna incantevole, profondamente innamorata di Darrow, ma che ama di più la libertà: per la libertà da un sistema che riconosce come opprimente è disposta a morire, e morirà.
Morirà cantando una canzone vietata da tempo immemore, e Darrow impazzirà di dolore.
Ma la sua storia non finisce così, no: la sua storia inizia così.
Darrow diventerà infatti lo strumento più pericoloso di quella che è la più vera e più profonda ribellione mai messa in atto, e imparerà presto che nel mondo di sopra, fuori dalle miniere, non c'è spazio per la passione o la compassione: solo per la vittoria.
C'è chi l'ha definito "Il trono di spade su Marte", e in un certo senso lo capisco: si parla di forze che si scontrano per il potere, si combatte armati di spada, e c'è un profondissimo senso di vendetta che pervade quasi ogni azione di Darrow.
Ma Pierce Brown ha creato qualcosa di più: ha creato una storia che sta tra la distopia, il fantasy e la fantascienza, e uno dei protagonisti che, negli ultimi anni, mi hanno coinvolta di più.
Forse perchè Darrow per metà del libro sbaglia e impara dai suoi errori: non nasce comandante, e impara davvero cosa significhi esserlo solo a prezzo di ferite, fraintendimenti e amicizie spezzate.
O forse perchè ha accanto una compagna fortissima, Mustang. Mi è piaciuta tantissimo, e non vedo l'ora di scoprire cosa combinerà questa ragazza forte, astuta e incredibilmente leale nei libri seguenti.
Speriamo che "Golden Son" esca presto!
Consiglio la lettura agli amanti del genere distopico, senza dubbio.
Ho un piccolo bonus per voi: il traduttore italiano della serie, Edoardo Rialti, si è prestato a un'intervista su "Red Rising", sul lavoro di traduzione e su altro ancora!
Trovo sempre interessante ascoltare l'opinione di chi ha passato davvero tanto tempo in compagnia di un libro, e quindi ecco qui:
1) Innanzitutto complimenti: "Red Rising - Il canto proibito" di Pierce Brown mi è piaciuto tanto! Come ci si prepara a tradurre non solo un libro molto famoso, ma soprattutto il primo di una serie?
Grazie a te, e un saluto a tutti i tuoi lettori e lettrici. È davvero un onore e un piacere poter conversare insieme. Qualche giorno fa, al bel Festival del Romanzo Storico a Piove di Sacco organizzato dai corsari di SugarPulp, ho incontrato un lettore che aveva viaggiato dall’alba per poter incontrare il grande Tim Willocks. Ti assicuro che mi sono commosso, perché le mie stesse viscere conoscono benissimo la sensazione che gli scorgevi negli occhi emozionati. Io mi sento esattamente come lui. Il debito misterioso che provi verso una storia, un personaggio, la voce di un narratore, che ti fa compagnia talvolta più di chiunque altro nei tuoi passi quotidiani, nelle tue gioie e nelle tue domande, in ciò che ti fa piangere o ridere davvero. Tanto da voler intraprendere un viaggio per incontrarlo a tua volta, come le sue parole si sono fatte largo fino a te, al tuo comodino, allo scaffale della tua libreria.
Per questo ci tenevo a ringraziarti, perché i blog sono davvero dei focolari dove tutti, da qualunque viaggio veniamo, possiamo radunarci, stendere le mani nel cuore della notte, e scambiarci le storie alla luce delle fiamme.
Venendo alla tua bella e difficile domanda, dico spesso che tradurre un libro (e ancor più una trilogia) è come intraprendere una scalata. Dapprima ammiri un grande alpinista arrivare in cima da solo, mentre te ne stai a valle col naso verso l’alto e gli occhi sbarrati dall’ammirazione. Poi si tratta di rifare il percorso insieme, passo dopo passo, tagliandosi le mani, battendo le ginocchia, scorgendo dettagli che mai avresti notato da lontano, godendosi le pause sulle sporgenze. Rimani ancor più ammirato per l’abilità dello scrittore-scalatore, che quando è davvero grande raggiunge una limpidezza capace di cancellarsi alle spalle lo sforzo che l’ha prodotta (ma che tu devi ri-attraversare, eccome!) e, leggendo e rileggendo, riflettendo su come mettere una certa frase, rigirandola, variando una virgola o un aggettivo, noti ancor più l’intelaiatura, i rimandi, le correnti che percorrono il testo. E così è stato con questo gran bel distopico, e così continua ad essere, perché ho ancora ben due libri per viaggiare con Darrow e seguirlo nella sua ribellione contro gli splendidi e terribili Oro...
Per tradurre serve semplicemente… tutto! Non solo amare e conoscere il genere letterario su cui lavori, ma anche gli altri (anche perché i grandi autori spesso si sono formati e omaggiano libri e perfino media molto diversi dal genere in cui scrivono), continuare a macinare buon italiano ( grandi prosatori e poeti italiani), e poi attingere continuamente alla scuola e agli insegnamenti contenuti nel lavoro dei grandi traduttori italiani. Io cerco di studiare sempre (e intendo davvero “studiare”, con tanto di evidenziatore) maestri come Sergio “Alan” Altieri, o Curtoni, Tullio Dobner, o, in ambiti narrativi diversi, Mario Praz. Così come le serie tv, e persino le conversazioni che carpisci sul bus! Bisogna essere dei voyeur delle conversazioni! Come diceva C. S. Lewis, si scrive con le orecchie. Ascolto moltissimi audiobook, soprattutto dei libri che sto traducendo, ed è incredibile quanto noti in un ascolto, magari nell’interpretazione di un grande attore.
La traduzione- come la scrittura, di cui è una dimensione- è un lavoro molto solitario. Per mesi cammini da solo, in simbiosi col testo che vai formando. Sembra il frammento di Archiloco, sulla lancia del soldato- “sulla traduzione mangio, sulla traduzione mi corico”. Per questo ti fai mille domande, hai mille dubbi, e il raffronto poi con l'editor è un passaggio fondamentale per recuperare obbiettività, allentare nodi e correggere errori. Sono felice di imparare sempre, e devo davvero molto agli staff di Mondadori e Multiplayer, a splendide persone e grandi professionisti e maestri come Sergio Altieri, Marta Casini, Carlo Carabba, Stefano Magagnoli, Matteo Strukul, o Fabiola Riboni.
2) Il fantasy, in tutte le sue declinazioni, spesso richiede l'adattamento di una terminologia inventata dall'autore originale. Come è stato da questo punto di vista lavorare su "Red Rising - Il canto proibito"? C'è qualche scelta particolare che hai dovuto fare?
Altra ottima domanda: è vero, i fantasy, i libri di fantascienza e gli YA presentano tutti, in modalità diverse, delle terminologie tutte loro, spesso molto ricche, la cui efficacia determina non poco la forza suggestiva del racconto di farti entrare in un mondo tutto suo, ma coerente e con uno sfondo profondo e complesso. Sono sfide e diverse e complementari, perché nei fantasy devi trovare spesso una forza solenne o suggestiva che non scada nel roboante o nell’antiquato- neanche fossimo in una tragedia simil-Alfieriana. La fantascienza (nella lingua inglese, poi!) presenta invece molti termini che invece combinano parole e oggetti in modo sintetico, dinamico. Parole che devono dare molte informazioni, in poche sillabe; un bel problema per la nostra lingua, che invece tende a "allungarsi". Gli YA distopici poi riprendono molto dalla variazione- in salsa drammatica- delle atmosfere scolastiche o agonistiche, sulla scia dei college di Harry Potter, per capirsi. Tutti elementi presenti in “Red Rising”. È uno degli aspetti del lavoro più intriganti, e mi sono davvero divertito molto discutendone con editor e il mio gruppetto di lettori di fiducia, composto da amici come Sam Macchi o Chiara Abruzzese, e da un esperto come Sergio Vivaldi. Ed ecco così balzar fuori SubInfero (HellDiver), Lama-Scatto (SlingBlade), gli Sfregiati Senza Pari (Peerless Scarred), i Censori (Proctors). E molte, molte altre scelte, altre pennellate piccole o grandi, che spero i lettori apprezzeranno.
3) Sei stato in contatto con l'autore prima, durante e/o dopo il lavoro di traduzione? C'è stato uno scambio di pareri e/o consigli?
Capita spesso e con gran piacere di dialogare...con i vivi! Gli Dei sanno quanto avrei voluto poter discutere certe scelte con Wilde o Shakespeare!
L’esperienza mi ha sempre confermato una regola aurea, una cartina di tornasole. Più una persona è grande, più è umile- il che non vuol dire modesta!. I veri grandi sono persone estremamente alla mano, mentre sono i mediocri a doversi drappeggiare con una meschina e ridicola superiorità. I grandi uomini e le grandi donne hanno di meglio da fare che atteggiarsi. Ed è così anche nel mondo della scrittura: gli straordinari autori e autrici con cui ho avuto il piacere di lavorare si sono sempre rivelati estremamente disponibili, grati e… ferocemente divertenti! Penso soprattutto a Joe Abercrombie. Brown non fa eccezione, è stato davvero molto gentile e disponibile. In questo caso specifico ci siamo sentendo a cose fatte, soprattutto col secondo in lavorazione.
4) Tradurre un romanzo fa sì che tu abbia passato davvero molto tempo in compagnia di Darrow, Eo e tutti i personaggi che popolano il mondo della serie. Hai un preferito, e se sì, perchè?
Io ho sempre amato Atena, fin dai tempi dell’Odissea (ah, quelle conversazioni con Ulisse, quegli occhiolini a distanza, parva un'agente di New York col suo scrittore squattrinato preferito!)- e la vado spesso a trovare nel suo tempio etrusco a FiesoleJ Sono dolorosamente convinto che le donne sono ancora ingiustamente confinate in troppi schemi e stereotipi da una società sessista (da omosessuale lo ritengo parte dello stesso problema che continua a ridurre molto anche la vastità e ricchezza dell’essere uomini), anche dal punto dell’immaginazione mediatica; tuttavia, da sempre, l’arte grande e la narrazione vera - da Omero a Chimamanda Adichie - hanno dato voce e colore al fatto che ci sono pochi spettacoli più splendidi di una donna scaltra e tosta, una Furia spaccaculi, ironica e sexy. Quindi tutte le mie simpatie vanno a Mustang, ovviamente, e spero che la “voce” che ho cercato di darle vi piaccia. Ma sono anche, e da sempre, un grande sostenitore dei cattivi (che storie avremmo, senza di loro?), quindi ho amato molto un antagonista davvero inaspettato e francamente spaventoso come lo Sciacallo. Niente spoiler, ma per me è stato come incappare in un giovane Frank Underwood che incontra il Joker di Heath Ledger.
Cosa faremmo, senza i figli di Loki, a speziarci la vita?
5) I lettori di fantasy sicuramente ti conoscono soprattutto come traduttore italiano di Joe Abercrombie. Se tu potessi scegliere, quale sarebbe la tua "traduzione nel cassetto", quella che sogni di fare?
Ars longa, vita brevis… è proprio vero: ci sono così TANTI splendidi libri da tradurre, che vorrei poter far conoscere la pubblico italiano e a cui dare tempo e voce. Parte consistente del mio tempo sta proprio nel riuscire a trovarli e, soprattutto, farne acquistare i diritti. Che gli Dei mi soffino sulla nuca!
Ti dico un paio di autori per cui sto lottando - quasi in senso letterale! R. K. Morgan, che con “The Dark Defiles” ci ha consegnato un capolavoro fantasy-noir di straziante, tenebrosa bellezza, e Kameron Hurley, una delle voci più audaci e innovative, una che gli stereotipi li inchioda ad un albero, e li sventra, con le urla che riecheggiano nella foresta.
In ambito parzialmente diverso, vorrei davvero tradurre anche i western di Mary Doria Russell, una delle prosatrici più poetiche, ironiche e profonde della narrativa americana. E cosa non darei per tradurre il prossimo storico di Tim Willocks, con la sua forza visionaria, o gli inquietanti viaggi spaziali di Peter Watts, o la divertente autobiografia di Stephen Fry…
Ognuno di noi ha battaglie personali e collettive, ma, come dicevo all'inizio, è così bello trovarci su una spiaggia notturna, accanto a un enrome falò, e ascoltare questi bardi e queste incantatrici, questi stregoni e queste regine di terre lontane, con i loro racconti. Ed io sono immensamente onorato di servire queste storie che amo, con la mia voce.
Sono contentissima di sentire che "Golden Son" è già in preparazione!
Grazie di nuovo a Edoardo Rialti, e a questo punto vi saluto.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Interessante, molto interessante. Credo che inseriro' anche questo libro nella WL. Bella anche l'intervista, hai chiesto cose che spesso mi sonp domandata anche io :P
RispondiEliminaEntra subito in Wish....bellissima l'intervista! ^.^
RispondiEliminaHo adorato l'intervista! Leggendo sia in Inglese che in italiano, essendo io stessa una linguista anche se ho cambiato piano di studi all'università, vivendo con mia sorella vera traduttrice della famiglia so cosa significhi fare questo lavoro! E con RR mi sono sempre chiesta come abbia affrontato la traduzione dibun volume ricxhissimo di termini ex novo! Un ottimo lavoro tanto che quando mi sono approcciata ai romanzi in lingua ho dovuto riassestarmi xD
RispondiEliminaGrande anche la recensione ;)
come fare per sapere quando uscirà golden son?
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