Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Via dalla pazza folla" di Thomas Hardy, edito da Garzanti (rilegato a 9,90€):
Hardy è un meraviglioso creatore di figure femminili, e Batsceba, la protagonista di "Via dalla pazza folla", è la prima e la più incantevole di esse. Irrequieta e indipendente, intelligente e svagata al tempo stesso, crede di raggiungere una completa autonomia quando eredita un magnifico podere e un'antica casa signorile. Ma la bella forestiera finisce col trovarsi contesa fra tre pretendenti: lo sfortunato, ma forte e sereno Oak, suo lavorante e fattore; il ricco fittavolo Boldwood, grave e austero; lo spregiudicato sergente Troy. È quest'ultimo ad avere la meglio sulle prime, ma alla fine sarà Oak con la sua cieca e malcompresa devozione a salvare le sorti della padrona e del piccolo mondo bucolico di Watherbury dai rovesci della sorte. Affascinante ballata rurale e primo grande romanzo di Hardy, "Via dalla pazza folla" (1874) è insieme il punto di passaggio fra la maniera idillica degli esordi e la visione tragica della maturità.
Thomas Hardy è un autore dell'Ottocento inglese noto ai più per "Tess dei d'Ubervilles", romanzo drammatico da cui è stato trattato anche uno splendido sceneggiato trasmesso pochi mesi fa su laEffe.
E se proprio vogliamo dire tutto sì, è anche il romanzo citato in "Cinquanta sfumature di grigio" di E. L. James. Purtroppo per Hardy.
Ma quello di cui vi parlo oggi non è meno bello, anzi.
Garzanti lo ha ristampato in un rilegato molto compatto in occasione dell'uscita (nei prossimi mesi) del film, e io ho avuto la possibilità di rileggerlo, per la prima volta in italiano, grazie all'editore:
"Via dalla pazza folla" è la storia di Batsceba, una giovane donna di estrazione sociale medio-bassa che conosce Gabriel Oak quando è impiegata nella sua stessa tenuta di campagna.
Gabriel se ne invaghisce e le chiede di poterla corteggiare, ma Batsceba lo rifiuta, dileguandosi poco dopo.
In seguito a una circostanza sfortunata Gabriel si trova ridotto in miseria, e si trova a chiedere un lavoro come parte in una tenuta non troppo distante.
Immaginate la sua sorpresa quando scopre che la proprietaria della tenuta altri non è che Batsceba, che l'ha ricevuta in eredità dallo zio deceduto da poco.
Ogni possibilità di coronare il suo sogno d'amore sembra svanita, ora che lei è il suo datore di lavoro, e come se non bastasse attorno alla donna iniziano a muoversi altri due uomini: William Boldwood, fittavolo ricco e avviato all'età matura, e il sergente Troy, giovane ambiguo ma pieno di fascino.
E' la storia di un triangolo d'amore? Anche.
Ma è un romanzo in cui Hardy va a mettere in luce alcune importanti questioni, prima fra tutte il delicato tema della rispettabilità della donna, e il suo ruolo nella società.
Batsceba è infatti in una posizione alquanto singolare: è giovane e in età da marito, ma allo stesso tempo non ne ha assolutamente bisogno.
E' completamente indipendente, e insiste per dirigere da sola la sua proprietà nonostante i suoi stessi dipendenti le consiglino ripetutamente di assumere un fattore.
Sicuramente un personaggio di rottura, soprattutto perché in lei Hardy riesce a far coesistere un rifiuto totalizzante delle convenzioni e un'ingenuità clamorosa.
Batsceba è... Insomma, a volte è decisamente stupida.
Molte decisioni che prende sono autolesioniste, e ignora spesso (per puro orgoglio) le pacate raccomandazioni di Gabriel.
Il quale invece le toglie più volte le castagne dal fuoco, anche a sua insaputa.
Altro tema su cui Hardy non si trattiene è quello dell'onestà.
E qui entrano in gioco tutti, perché se Gabriel è l'emblema della fedeltà e dell'affidabilità, lo stesso non possiamo dir del sergente Troy.
Lo incontriamo all'inizio del romanzo come amante clandestino di Fanny, giovane dipendente della tenuta di Batsceba, e il suo comportamento nei confronti di quella povera ragazzina sarà a dir poco vergognoso.
Per non parlare di come si comporta con Batsceba, prima, durante e dopo il corteggiamento.
Il tutto nella splendida cornice della campagna inglese, nella quale riusciamo a immergerci completamente grazie alle descrizioni non solo della natura circostante, ma anche della vita rurale nei suoi minimi dettagli: ritmi di lavoro, attività, manutenzione, abitudini e tradizioni che caratterizzano la vita nelle campagne dell'epoca sono complementari alla storia, e la rendono un vero spaccato sulla società dei tempi.
La prosa di Hardy, devo ammetterlo, non è delle più scorrevoli.
Ma la storia è suddivisa in capitoli brevi, e ogni capitolo riguarda una vicenda precisa, quindi è facile seguire le peripezie di Batsceba, Oak, Boldwood e Troy senza arenarsi a causa di un lessico a volte superato e di qualche passaggio non molto stimolante.
Batsceba vi darà spesso sui nervi, ma Oak vi farà tifare per lui fin dalle prime pagine.
Sicuramente un classico da leggere!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Lo metto in wishlist, anche perché devo ammettere di non aver letto nulla di Hardy (ebbene sì) e perché la trama mi intriga, ma questo non è sicuramente il suo momento, perché ho voglia di leggere libri che "scorrano"…
RispondiEliminaUn bacione