Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La custode del miele e delle api" di Cristina Caboni, edito da Garzanti (rilegato a 16,40€):
Angelica non è mai riuscita a mettere radici. Non ha mai voluto legarsi a niente e nessuno, sempre pronta a fuggire da tutto per paura. C’è un unico posto dove si sente a casa, ed è tra le sue api. Avvolta dal quieto vibrare delle loro ali e dal profumo intenso del miele che cola dalle arnie, Angelica sa di essere protetta e amata. È un’apicultrice itinerante e il miele è la sola voce con cui riesce a far parlare le sue emozioni. Perché il miele di lavanda può calmare un animo in tempesta e quello di acacia può far ritrovare il sorriso. E Angelica sa sempre trovare quello giusto per tutti, è il suo dono speciale. A insegnarglielo è stata Margherita, la donna che le ha fatto da madre durante l’infanzia, quando viveva su un’isola spazzata dal vento al largo della Sardegna. Dopo essere stata portata via da lì, Angelica ha chiuso il suo cuore e non è più riuscita a fermarsi a lungo in nessun luogo. Ma adesso il destino ha deciso di darle un’altra possibilità. C’è un’eredità che l’aspetta là dove tutto è cominciato, su quell’isola dove è stata felice. C’è una casa che sorge fra le rose più profumate, un albero che nasconde un segreto prezioso e un compito da portare a termine. E c’è solo una persona che può aiutarla: Nicola. Un uomo misterioso, ma che conosce tutte le paure che si rifugiano nei grandi occhi di Angelica. Solo lui può curare le sue ferite, darle il coraggio e, finalmente, farle ritrovare la sua vera casa. L’unico posto dove il cuore può essere davvero libero.
Una lettura che mi ha completamente catturata, e che mi è durata per un viaggio in treno e mezzo.
L'altra metà viaggio l'ho passata a leggere l'interessantissimo glossario sul miele posto in fondo al volume. Ringrazio moltissimo Garzanti per la copia cartacea del libro, che è stata un'ottima compagna di viaggio.
Cristina Caboni ci racconta tante storie, a cominciare ovviamente da quella di Angelica: un'infanzia non esattamente regolare, con una madre assente e in difficoltà, ma con la presenza costante e preziosa di Margherita. la sua jaja, che le ha insegnato ogni suo segreto sul miele, le api e, forse, anche la vita.
Sono passati moltissimi anni da quando Angelica ha stretto la sua jaja in un ultimo abbraccio, ma appena mette piede nella vecchia casa che ha ereditato alla sua morte, si sente di nuovo tra le sue braccia.
Ritrova le sue api, il suo miele portentoso, e le sue storie.
Tradizioni, ricordi, ricette regalate, segreti custoditi: è tutto qui, in questa casa che vorrebbero portarle via, in una Sardegna rurale e quasi incontaminata dove il tempo sembra essersi fermato.
Ma forse il personaggio che mi ha incuriosita di più è stato quello di Nicola.
Amico d'infanzia di Angelica, ha alle spalle una famiglia esigente e una carriera fulminea che lo ha portato sull'orlo di un crollo psicologico.
Ora vive sulla sua barca, lontano dalle giacche, dalle cravatte e dal lavoro che lo ha quasi annientato, e quando ritrova Angelica sulla stessa spiaggia battuta dal vento sulla quale giocavano da ragazzini è un attimo perché il suo cuore inizi a fare i salti mortali.
Nicola rappresenta quella fetta di società che è stata cresciuta per andare a mille all'ora, e che ha spesso finito per schiantarsi contro un muro di mattoni: è attraverso la riscoperta della semplicità e della lentezza, che Nicola ritrova se stesso, e forse anche Angelica.
Il punto di forza di questo romanzo è però non tanto la storia, quanto la cura dei dettagli e la precisione con la quale Cristina Caboni ci insegna, attraverso un bel racconto, tutto ciò che si può voler imparare sulle api e sul miele.
Gerarchia e struttura sociale di un alveare, ritmi di lavoro e cicli di vita delle api, cura del melario e degli apiari. E soprattutto si parla di miele, e delle sue molteplici proprietà e funzioni.
E' un libro che mi ha coinvolta profondamente da punto di vista della narrazione, ma che mi ha anche insegnato moltissimo.
Infine, non posso non dire che è un romanzo profondamente al femminile: è una storia di donne, tutte le donne che hanno incrociato Margherita nel corso della vita e dalle quali Angelica, attraverso la traccia di sé che si sono lasciate dietro, imparerà lezioni preziose, dorate come il miele.
E a questo proposito, io direi di partire dal miele di castagno, che è quello della costanza e che infonde coraggio nel cambiamento Perfetto per Settembre che è un po' il secondo Gennaio, e lo scopriamo con una ricetta golosa:
Qui la ricetta, e spero davvero che proverete a farla perché questa torta è strepitosa e profuma di miele, sì, ma anche d'autunno.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Io ho gli occhi a cuoricino,sia x il libro che x la ricetta.Devo provare assolutamente entrambi! Baci
RispondiEliminaGià mi ispirava di mio, ora con la tua recensione la febbre è salita!!
RispondiEliminaAnche per me settembre è un po' come gennaio... Anzi meglio! La parte del libro dedicata al glossario trovo sia stata una mossa molto intelligente per dare una chiave di lettura ancora più accurata al lettore
RispondiEliminaUn bacione