lunedì 19 novembre 2018

Un quarto d'ora con... Christina Dalcher

100 parole al giorno: questa è la massima libertà d'espressione concessa alle donne che popolano la società descritta in VOX, romanzo-evento dell'anno, firmato da Christina Dalcher (Nord).
Dalla centounesima, una scarica elettrica.
In un giorno, vengono pronunciate circa 16.000 parole: provare a utilizzarne solo 100 significa restare in silenzio già dopo colazione.
E proprio da questo parte la chiacchierata con Christina Dalcher, a Milano in occasione di BookCity, perchè forse viviamo in un mondo che non conta le nostre parole, ma le nostre libertà sì.

Nel momento in cui è nata la storia di VOX, quanto era forte l'intenzione di raccontare, attraverso la distopia, il nostro presente?
Credo che le donne abbiano conquistato molte libertà, ovviamente se pensiamo alle donne dell'Occidente: altrove, la strada è ancora lunga.
É in pericolo la libertà di parola, ma non solo per quanto riguarda le donne: per tutti.
Viviamo un momento storico in cui giornalisti, scrittori, professori, devono stare attenti a ciò che dichiarano pubblicamente: la mia paura riguarda questa progressiva limitazione della libertà di parola, per tutti.
Anche l'Italia sta attraversando una crisi simile: lo sciopero dei giornalisti, per rivendicare il diritto di cronaca, di libertà d'espressione e di lotta alla censura politica è solo di qualche giorno fa.
Questo silenzio forzato è pericoloso.
Non si può mettere a tacere il proprio oppositore, e anzi, è importante che soprattutto le persone con intenzioni malevole possano esprimerle perchè dobbiamo essere a conoscenza delle loro intenzioni per non farci cogliere di sorpresa.
Non possiamo combatterle altrimenti, e non possiamo identificarle con certezza se non le lasciamo parlare.
La tradizione stessa dello story-telling prevede un momento in cui il "cattivo" spieghi le proprie intenzioni, perchè serve allo spettatore per identificarlo correttamente.
É un'esigenza di identificazione.

Il tuo romanzo è stato accostato al lavoro di autrici come Margaret Atwood (Il racconto dell'ancella) o Naomi Alderman (Ragazze elettriche) che hanno scleto di raccontare una distopia per dare voce alle donne e a quelle che sono le battaglie ancora da vincere.
Questo è stato anche l'anno del movimento #MeToo.
Non credo sia un caso che oggi amiamo e discutiamo con passione di questo tipo di storie: forse renderci conto di avere già conquistato tanto ci ha anche fatto capire di non doverci fermare, e di dover insistere?
Certamente c'è quell'aspetto, sì.
Bisogna restare concentrati, perchè il mondo cambia, e nell'arco di un secondo.
Il movimento #MeToo è nato per condannare la violenza sulle donne, una violenza che possiamo facilmente estendere a ogni tipo di abuso (oltre a quello sessuale, c'è l'abuso di potere, di posizione, il mobbing...): ora il rischio è quello di estremizzare e di sostenere la superiorità femminile.
É una delle critiche al femminismo più estremo: si perde di vista l'obbiettivo dell'uguaglianza e si arriva a sostenere che le donne siano migliori "perchè donne".
Alimenta l'odio invece di promuovere la parità.
E la parità è ciò in cui credo io.
É la nostra meta, ciò che dobbiamo raggiungere.
Dichiarare che gli uomini vogliano zittire le donne è generalizzante e pericoloso: anche molte donne, in realtà, contribuiscono a zittire altre donne,e  allora come la mettiamo?
E poi siamo sincere: anche le donne sanno mentire, o possono avere intenzioni malevole. Le "cattive esistono", da sempre.

Qual è il messaggio che vorresti arrivasse ai lettori di VOX?
State attenti. Sempre.
E state attenti a ciò che dite, come lo dite e quando lo dite.
Di sicuro avere solo 100 parole al giorno fa anche rivalutare l'importanza di ogni vocabolo: quando ne hai così poche a disposizione, devi sceglierle bene e dare lo un'importanza maggiore.
Anche questo è vero: uno dei miei obbiettivi era anche mettere in luce l'importanza del linguaggio, e ricordare quanto sia preziosa la libertà di parola e quanto sia facile perderla.

Grazie a Nord e a Christina Dalcher per la possibilità di confronto, ed è rinnovato l'invito a leggere VOX: cattura sin dalle prime pagine.


VOX di Christina Dalcher (Nord) è in libreria, al prezzo di copertina di 19€.

1 commento:

  1. Interessante intervista. Sto leggendo Vox proprio in questo momento e posso dire che è un romanzo che attira e piace ma anche che inquieta e terrorizza. Sapere qual'è il messaggio dell'autrice è molto confortante:)

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