Peter Cameron è autore di storie indimenticabili, a cominciare dalla più celebre, Un giorno questo dolore ti sarà utile. Ma è anche l'autore di racconti intensi, emozionanti e capaci di trasportare il lettore dall'altra parte del mondo in poche pagine.
Due di questi, rispettivamente inclusi nel 2010 tra le O.Henry Prize Stories e nel 2014 tra le Best American Short Stories, sono oggi disponibili anche ai lettori in lingua italiana, in Gli inconvenienti della vita, un'antologia (Adelphi) che non potrà non trovare posto sotto l'albero di Natale.
«La frase di apertura di La fine della mia vita a New York mi è arrivata all'improvviso, una notte in cui sentivo un desiderio quasi disperato di scrivere una nuova storia. Disperato al punto da decidere di iniziare da quella frase, di getto, e arriva a una prima scena quasi completa... e lasciare il tutto a languire nel mio hard drive per diversi anni. Solo in seguito, quando stavo lavorando a un romanzo, ho ricordato il personaggio a cui avevo iniziato a dare una voce, e l'ho ripreso pensando di inserirlo nel libro in stesura. Non è andata così, anzi: mi sono trovato a scrivere un racconto, il suo» racconta Peter Cameron, e pensando alla scena di apertura del racconto è quasi spontaneo immaginarlo alla sua scrivania, in penombra, intento a dare voce ai protagonisti di questo racconto che fa pensare immediatamente a Flannery O'Connor e a uno dei flussi di coscienza più celebri della letteratura, quello di Molly Bloom in chiusura all'Ulisse di James Joyce.
Lo scrittore in crisi creativa che divide un appartamento a Tribeca con Phillip, avvocato in carriera, è in procinto di lasciare New York, ma un inaspettato gesto di gentilezza da parte di uno sconosciuto scatena in lui un sentimento simile al fastidio, perchè «una gentilezza simile rende ancora più difficile lasciare New York. E lo è già a sufficienza. O forse sarà semplice, anzi, un grande sollievo, come abbandonare la palestra.»
Un racconto che si legge tutto d'un fiato, per poi immergersi tra le pagine di Dopo l'inondazione.
Un matrimonio può trasformarsi in una guerra «misteriosa e mai dichiarata», scrive Peter Cameron, e certo la vita in una piccola cittadina di provincia priva di brio, dove a scandire l'esistenza degli abitanti sono le inondazioni del fiume vicino, non aiuta a mantenere gioiosa una relazione.
L'amore finisce, e non sempre l'affetto che resta è sufficiente: si può smettere di combattere fianco a fianco, e trovarsi da due lati opposti di una trincea invisibile, senza nemmeno comprendere a fondo come si sia arrivati lì.
Peter Cameron racconta sentimenti in cui oggi, forse, è sin troppo facile ritrovarsi, e lo fa con una prosa inconfondibile e il consueto talento che gli permette di non usare mai una parola di troppo, arrivando alla testa e al cuore dei lettori anche attraverso ciò che, volutamente, non viene detto.
Impossibile non pensare a chi, dell'esplorazione della natura umana attraverso il racconto, ha fatto una vera vocazione come Dorothy Parker (il cui lavoro andava ben oltre gli spaccati di vita glamour newyorkese) e a chi, come Dawn Powell, conosce oggi nuova notorietà grazie alla riscoperta degli inconfondibili ritratti tracciati tra gli anni Venti e Sessanta, e attuali più che mai.
Gli inconvenienti della vita di Peter Cameron (Adelphi) è in libreria, al prezzo di copertina di 16€.
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