lunedì 2 luglio 2018

Intervista ad Annamaria Bosco su "Dentro il tuo respiro", la scrittura e i libri del cuore

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi abbiamo un'ospite speciale: Annamaria Bosco, autrice di "Dentro il tuo respiro", edito Les Flaneurs (ebook a 2,99€):
In una fredda domenica di febbraio, nel bel mezzo del Carnevale, le strade di Luca e Isa si incrociano.
Lui, un fisico piegato dalle conseguenze di una bravata finita male e un senso di colpa enorme da gestire, per un ragazzo di ventun anni.
Lei, razionale, diligente e all'apparenza infrangibile.
Complice l’annuale festa in maschera, Luca indossa il suo travestimento e trova il coraggio di avvicinarsi alla ragazza che ama da troppo tempo.
Una presenza fatta di paure inespresse e risposte non date, che si fa strada nella vita di Isa e la sconvolge senza chiedere il permesso.
Due anime distanti celate da differenti paure. Due maschere invisibili pronte a calare.
Ma non tutti sono disposti a mettersi a nudo, soprattutto quando c'è in ballo un passato, con i suoi fantasmi, che torna a bussare.
Quale verità nascondono gli incubi che tormentano Luca?
Chi saprà scavare oltre l'apparenza e sotto la maschera?

Primo capitolo della serie Breathless, "Dentro il tuo respiro" regala alle lettrici una storia emozionante e struggente, e un protagonista che conquista sin dalle prime pagine.
Avevo qualche curiosità sulla genesi del romanzo, e quindi eccoci qui: pronti a scoprirne di  più insieme a me?

Com’è nata la storia di Luca ed Isa? Da dove è arrivata l’ispirazione?
La storia è nata un po’ per caso, più che altro da un sogno. Mi succede spesso, quando sto per terminare una storia, di sognare il protagonista maschile della prossima idea e così è stato per Luca. Di riflesso, è nata Isa per compensare il vuoto e le mancanze di lui. Per il contorno e l’ambientazione mi sono ispirata a posti che conosco e al Carnevale del Sud Italia, festa che amo molto.

Uno dei temi del romanzo è il legame tra memoria e identità. Chi siamo, se non ce lo ricordiamo? Luca, da questo punto di vista, deve ritrovare se stesso due volte: prima per combattere la depressione, poi per ricostruire la sua identità pezzetto dopo pezzetto. Da dove nasce l’dea di raccontare questo duplice percorso, e quanto è stato difficile?
Credo che ognuno di noi si ritrova nella vita in un momento di difficoltà, un periodo in cui fa fatica a riconoscersi pur guardandosi allo specchio. A me è successo e ho voluto in qualche modo immaginare come sarebbe stato perdersi del tutto e affrontare il percorso inverso. È stato difficile, devo ammetterlo, ma memoria, identità e ricordi sono i temi che amo in particolare e ci ho messo tutto l’impegno a rendere ogni cosa veritiera.

Una delle mie impressioni, leggendo il tuo romanzo, è che sin dall’inizio tu abbia voluto rendere ogni dettaglio un riflesso delle emozioni di Luca ed Isa. Ad esempio, in apertura troviamo una notte di carnevale caratterizzata da una moltitudine di colori sgargianti, e al centro un ragazzo la cui vita sembra nera come la notte, e una ragazza che invece sembra muoversi in una bolla incolore. È solo uno dei tantissimi spunti offerti dal romanzo in questo senso, e mi chiedevo se fosse voluto o se fosse semplicemente capitato.
Sì, proprio così. Di solito quando scrivo mi concentro sui dettagli e ogni cosa per me ha un valore. Non mi piace inserire elementi inutili solo per allungare il brodo. In questo caso volevo proprio dare l’idea di quanto Luca e Isa fossero opposti e simili allo stesso tempo e di come questo si rispecchiasse nel loro modo di approcciarsi alla vita.
Sempre a proposito di scrittura, ci dici qualcosa di più sulla genesi del romanzo?
Ho iniziato a pensare all’idea dei personaggi diversi mesi prima della stesura, verso ottobre 2016. Ancora non avevo le idee chiare, volevo che fosse un racconto breve, brevissimo, che si sarebbe concluso con i due che non si incontravano mai. Ho iniziato a buttare giù i primi capitoli verso gennaio 2017, dopo due mesi di ricerche approfondite sul web sulle aritmie e i problemi collegati al cuore. Una volta sistemato questo, sono partita. I personaggi hanno preso il sopravvento e le cose da dire erano tante per cui ho abbandonato l’idea del racconto e ho pensato alla storia complessa. Di solito sono lenta a scrivere, se non ho la mente libera non ci riesco. Ci ho impiegato quasi dieci mesi a finirlo anche perché io e le scalette scritte non andiamo d’accordo. Sono una più da scalette mentali e scrittura di getto. Ho modificato la storia e i personaggi in corso d’opera, man mano che andavo avanti. Ho sempre chiaro l’inizio e la fine e i punti fondamentali, il resto nasce da sé.

Ci racconti qualcosa di più sul tuo rapporto con i libri? Che lettrice sei?
Hai un autore/autrice del cuore?
Sono sempre stata appassionata alla lettura sin da bambina. A Natale o ai compleanni tutti volevano i giocattoli, io chiedevo sempre libri. Mia nonna lo ripeteva spesso che ero “diversa” in senso buono. Mia madre mi regalò Il piccolo principe che ho amato alla follia e da lì non ho più smesso. Le mie estati da adolescente le passavo a macinare ore di lettura, libri su libri che spesso mi prestavano e che divoravo in poco tempo. Saltavo persino la cena pur di finire. Sono sempre stata una lettrice compulsiva, di qualunque genere e soprattutto di romanzi d’amore.
Un’autrice del cuore? Niente in particolare. Diciamo che mi piacciono le storie di Rosamunde Pilcher, Dacia Maraini e Giorgio Faletti. Preferisco gli autori emergenti o autopubblicati, quelli che meritano, e di storie belle ne sto scoprendo.

Ringrazio moltissimo Annamaria Bosco e Les Flaneurs Edizioni per la possibilità di leggere il romanzo in anteprima (potete leggere la mia recensione qui), e per questa chiacchiera sulla scrittura e sulla lettura.
Vi invito inoltre a scoprire tutti i contenuti realizzati in occasione dell'uscita di "Dentro il tuo respiro", sono davvero tantissimi:
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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