Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "L'orso" di Claire Cameron, edito SEM (rilegato a 17€):
Anna è una bambina di cinque anni. Con i genitori e il fratellino, Stick, di poco più piccolo, sta facendo una bella vacanza sull’isola di Bates, un paradiso naturale al centro del meraviglioso lago canadese di Opeongo.
La radura dove si fermano per la notte è un incanto. Anna stringe a sé Stick e dice buonanotte al papà e alla mamma, che si ritirano nella loro tenda. La notte è tiepida, trasparente, e i suoni che provengono dal bosco accompagnano fin dentro i sogni più dolci.
Ma nel cuore della notte la vita diventa un incubo.
All’improvviso i due fratellini vengono svegliati dalle urla della mamma e del papà, dal trambusto assordante. Un grosso orso nero ha sventrato la tenda dei genitori e si accanisce su di loro con la sua enorme forza, con la ferocia della bestia affamata. In un ultimo, disperato atto di coraggio il padre mette in salvo i piccoli, chiudendoli all’interno di un robusto container per gli attrezzi e le provviste.
Il giorno seguente, nella luce di una giornata di sole, i due bimbi escono dal nascondiglio che li ha protetti dalla bestia e si incamminano, insieme con il lettore di questo sorprendente, emozionante romanzo, nella loro nuova vita. Attorno, oltre i resti del passato e dell’amore, c’è la natura pericolosa, affamata, impenetrabile, ostile. E una fioca luce per guardare verso il futuro.
Strepitosa Claire Cameron, strepitosa la sua immersione a trecentosessanta gradi nei pensieri e nella dialettica di un bambino, strepitoso il suo romanzo che ho potuto leggere in tre meravigliose ore di sole e pace, tra le fronde del parco rigoglioso che ho la fortuna di avere proprio di fronte a casa.
"L'orso" racconta la paura che irrompe nella mente di un bambino nel momento in cui qualcosa di spaventoso e inspiegabile fa sì che un tranquillo campeggio estivo con mamma e papà si trasforma in una notte trascorsa in un grosso refrigeratore, mentre un "grosso cane nero" si aggira per il campo e le urla di mamma e papà riecheggiano nella notte.
Al sorgere del sole, del papà non c'è traccia, il campo è distrutto, e la piccola Anna trova la sua mamma distesa nell'erba, ricoperta di sangue e ferite, per le quali non bastano certo i due cerotti che la bimba le porta con determinazione dopo averli trovati nella tenda dei genitori.
L'ultima cosa che la madre riesce a fare, per i figli è incitarli a salire a bordo della canoa utilizzata per raggiungere il luogo del campeggio, allontanandosi da lì, promettendo che lei e papà "arriveranno subito".
Ovviamente, il lettore sa che ciò non accadrà, perchè ciò che Anna e suo fratello (soprannominato Stick) non sanno ancora, è che un orso bruno (il grosso cane nero, nell'immaginario della bimba che non ha mai visto un orso e che di questo ha visto solo il muso) ha attaccato inspiegabilmente i genitori, uccidendoli.
Non lo ha fatto per rubare il loro cibo - che anzi, la bimba trova intatto anche se sparso per il campo - nè perchè si sentiva minacciato - la famiglia era già nelle tende, al buio, in silenzio al momento dell'attacco.
Quello che i bambini scoprono nel corso dei loro primi passi da soli nel mondo, è che il mondo senza mamma e papà è un posto che fa più paura, ma soprattutto è un posto in cui bisogna aiutarsi l'un l'altra, restando uniti.
Nato da un fatto di cronaca, con le dovute aggiunte e modifiche, "L'orso" è un piccolo, grande capolavoro, a cominciare proprio dalla voce narrante, quella di Anna.
È facile, vedere e raccontare il mondo così come lo vede una bambina di «cinque anni, tra poco sei»?
Assolutamente no.
Eppure Claire Cameron ci riesce, e al lettore non viene fatto mancare nulla: il flusso di coscienza apparentemente inarrestabile, la personificazione degli oggetti (la cella refrigerante è Coleman, il gancio di chiusura un dente; l'orsetto Gwen ha emozioni e sentimenti, e via dicendo), la ferrea convinzione - a tratti disperata - che basterebbe che mamma e papà li raggiungessero perchè tutto andasse di nuovo bene.
Nel mondo di Anna accade qualcosa di brutto perchè la mamma urla, e lei non urla mai, e perchè quel grosso cane nero non è come Snoopy, il cane dei vicini. Questo cane è cattivo.
Allo stesso tempo, la giovane età di Anna e Stick permette loro di vivere attimi di reale divertimento anche nella solitudine e nell'incertezza, capacità che rende i bambini incredibilmente resilienti.
Se Anna e Stick superano la paura, e riescono qualcosa di drammatico quanto la perdita di entrambi i genitori, è proprio grazie alla resilienza, alla straordinaria forza interiore che caratterizza l'infanzia, e al ricordo di un amore forte, inossidabile e che conforta anche nell'assenza come quello dei genitori.
Un amore che ha permesso al loro papà di metterli in salvo anche durante l'attacco di un orso bruno inferocito, e che lo ha fatto lottare fino all'ultimo, anche se in netto svantaggio.
Forse "L'orso" vi farà passare la voglia di andare in campeggio, ma di sicuro vi farà venire voglia di leggere altro di Claire Cameron: SEM ha pubblicato anche il suo "L'ultima dei Neanderthal", nel 2017, ed è un altro titolo che consiglio con il cuore in mano.
Quest'autrice si ama sin dalle prime pagine, ed è davvero una penna straordinaria.
Cinque stelle, a lei e a "L'orso": non fatevelo scappare!
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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