martedì 17 aprile 2018

Simone Laudiero, e una nuova serie fantasy dal sapore... mediterraneo

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi il blog ha un ospite speciale: Simone Laudiero, autore della nuova serie fantasy "Gli eroi perduti", il cui primo volume "Le mura di Cartavel" arriva in libreria proprio oggi edito Piemme (rilegato a 16€):
Non fatevi sfuggire Ronac e Raila, il prequel del romanzo:
vi aspetta in libreria a soli 1,90€
C'è un canto che risuona da millenni nei Paesi affacciati sulla Croce Azzurra. È il lamento degli eroi perduti, i paladini che hanno sconfitto le creature venute dal mare dando origine all'Era degli Uomini. Ora le stesse terre salvate dagli eroi sono sotto il dominio di una terribile potenza: Sarmora, che ha creato uno sterminato impero grazie all'itri, una sostanza capace di rendere invincibili in battaglia. Solo Cartavel separa Sarmora dalla conquista del grande mare di mezzo, eppure la città resiste, protetta dalle sue mura inespugnabili. Inutili sono gli assalti della flotta sarmoriana, che da due anni la cinge d'assedio e che ora ripone le ultime speranze nell'Isola di Ferro, la più spaventosa nave da guerra mai costruita. Quando il varo è alle porte, però, voci di un imminente sabotaggio minacciano la riuscita dell'impresa. Sarà la coraggiosa e ingenua Rovaine a doverlo sventare, in una missione in cui il suo destino si intreccerà a quello di altri inconsapevoli eroi: Ronac, indomita cercatrice di tesori, Sahon, saggio tutore del futuro sovrano, e il giovane Asul, che dovrà sfuggire alla morte per consegnare una lettera in grado di salvare il mondo.

Un tuffo tra le pagine di "Le mura di Cartavel" è quello che consiglio a chiunque volesse viaggiare con la fantasia: per tre ore combatterete, viaggerete, tesserete trame... e vi emozionerete. Tantissimo.
Per me è stato così, ed è per questo che è stato splendido poter incontrare in anteprima Simone Laudiero e sentirsi raccontare proprio da lui da dove siano nati i personaggi e i luoghi di questa storia speciale, e non solo!

Partiamo proprio dai tuoi protagonisti, che sono molto originali: da dove è venuta l'ispirazione che ti ha portato a metterli su carta?
Sono un lettore forte, anzi, fortissimo: ho iniziato a leggere fantasy alle elmentari, immergendomi in questo mondo anche attraverso film, videogiochi, serie tv.
Il fantasy è un genere propriamente derivativo, poco innovativo, quindi quando sono arrivato a scrivere il mio, di romanzo fantasy, mi sono imposto di proporre personaggi che fossero diversi, almeno un po'. Volevo raccontare qualcosa di nuovo.
Se i miei personaggi sono più leggeri e brillanti, è anche perchè volevo scostarmi un po' dai personaggi cupi tipici del fantasy anglosassone: volevo che fossero più scanzonati, e anche più simpatici.
Un mondo fantasy mi permette anche di parlare di sessualità, di genere, di ruoli all'interno della coppia e della società in un modo forse più libero di quanto potrei fare con un'ambientazione contemporanea, e di inserire quindi nella mia storia personaggi e relazioni che, altrove, dovrei spiegare e giustificare in modo diverso.
Dei tuoi personaggi sono particolari anche i nomi, non solo i caratteri.
C'è un tentativo di mediare il fatto che i nomi di derivazione anglosassone "suonano meglio", e trasmettono quella sensazione di meraviglioso e di esotico che i nomi italiani non riescono a suscitare. Nel mio mondo, ho dato spazio anche a nomi arabeggianti e a nomi che richiamassero la nostra storia: Sarmora e Cartavel sono, sostanzialmente, Roma e Cartagine.
Per quanto riguarda i personaggi, Ronac è un nome femminile curdo, "rubato" alla compagna di un amico: mi piaceva moltissimo, non potevo non utilizzarlo!

Parliamo dell'itri, questa sostanza che, di fatto, dona il potere a chi la controlla (visto che rende invincibili in battaglia): qual è stata la fonte d'ispirazione?
Devo pensarci un attimo, perchè la prima idea riguardo l'itri è di circa quindici anni fa.
Credo che la fonte d'ispirazione fosse l'energia Mako di Final Fantasy VII: la scintilla era partita da lì.
Poi, ai fini della storia, mi serviva un motivo per ricreare il meccanismo dell'economia del petrolio.
Nel mio mondo, l'itri è esattamente come il petrolio: si usa per combattere, e si combatte per averne di più, senza possibilità di rompere il meccanismo. A meno che... ma lo scoprirete!

Un mondo fantasy che nasce dal mare, con il desiderio di partire proprio dal mar Mediterraneo. È un mare che, in fondo, già era protagonista dei viaggi degli eroi dell'epica classica: c'era una volontà di riagganciarti anche al mito greco e romano, ai Νόστοι, a Omero?
Assolutamente sì. Credo che, in fondo, sia tutta un questione di costume.
L'eroe greco che affronta mostri non è molto diverso dall'eroina in corsetto di pelle che affronta un drago.
Solo che l'eroe greco è sfortunato dal punto di vista del look, e questo ne riduce il fascino agli occhi del pubblico. L'elmo dorato e il sandalo non conquistano quando i mantelli e le spade.
È qualcosa di radicato, difficile da combattere.

Forse è stata una mia impressione, ma ci ho visto anche un occhiolino a Salgari, a Stevenson e alle storie di pirati. Fanno parte della tua formazione da lettore?
"L'isola del tesoro" è ancora oggi un romanzo fortissimo, molto moderno e capace di catturare l'attenzione del lettore. Però, pur avendo letto molte storie che li vedevano protagonisti, non erano i miei personaggi preferiti, i pirati: amavo di più Robin Hood.
Che era un po' il pirata delle foreste, se ci pensi.
Questo senza dubbio. Forse per me i pirati erano un po' troppo sporchi, e poi con i tatuaggi, gli uncini...

Ultima domanda: sei cresciuto a pane e fantasy, ma hai un autore che consideri il tuo preferito in assoluto?
J.R.R. Tolkien è indiscutibilmente il migliore: ha creato tutto, inventando ciò che poi tutti hanno ripreso più  e più volte. A sedici anni, il mio preferito in assoluto era Tad Williams, che è diventato poi uno dei modelli di riferimento per George R.R. Martin.
Anche George R.R. Martin è indiscutibilmente un pilastro, soprattutto per quanto riguarda la distruzione del ruolo classico dell'eroe.

Ringrazio tantissimo Piemme e Simone Laudiero per quest'opportunità d'incontro e di confronto, e vi invito a scoprire la serie "Gli eroi perduti": vi conquisterà, ne sono sicura!

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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