Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Favola splatter" di Beppe Tosco e Francesco Tosco, edito Frassinelli (rilegato a 16,90€) in uscita il 16 Gennaio:
Milano. Tra 15 anni. Gheorge Pop è un criminale pieno di idee brillanti. L'ultima, davvero geniale, è quella di riutilizzare la cocaina che - una volta evacuata dai suoi consumatori - abbonda nelle fogne di Milano: raccoglierla, filtrarla, ripulirla, e rimetterla in circolazione. Little Virgin, la chiama (raffinato inglesismo per Madunina). Un tragico giorno d'estate, però, un temporale fa cadere un'enorme gru sul deposito in cui Pop tiene ammassate tonnellate di droga da ripulire, che trascinate dal vento si spargono sopra Milano. E la città impazzisce: i freni inibitori scompaiono, e gli operosi cittadini di Milano si abbandonano ai loro desideri più nascosti. Desideri che, nella stragrande maggioranza dei casi, si rivelano essere estremamente violenti. Vendette, violenze, omicidi dilagano per le vie di Milano, e, come se non bastasse quello che succede davvero, qualcuno si diverte a gettare benzina sul fuoco attraverso il web, dove spopola l'hashtag #MilanoFiesta, che viralizza e diffonde all'infinito le immagini e i video della follia. In questo contesto inizia l'odissea di uno strano trio: Vladi, un ragazzino di origini russe strutturalmente orfano; Lola, adolescente tanto impaurita quanto decisa, e il comandante dei carabinieri De Leo, che - non potendo fare nulla per fermare l'ondata di violenza - decide che la cosa migliore da fare sia provare a salvare almeno i due ragazzini. E intanto si domanda: ma è possibile che sia stata solo una nuvola di droga a scatenare tutto questo?
Meravigliosamente inquietante, e temo più vero di quanto ci piaccia ammettere.
Cosa c'è di più spaventoso, infatti, della violenza che si nasconde dentro di noi, sotto strati e strati di freni inibitori, di convenzioni sociali e di educazione imposta con più o meno successo sin dalla tenera età?
"Favola splatter" ci racconta, insomma, e racconta una Milano che non è più tanto da bere quanto da corsa. Una città frenetica, che non dorme e non ti fa dormire mai, che stimola e sovrastimola i suoi abitanti e che, anche se non la cambierei con nessun altro posto al mondo, a volte finisce per sopraffare chi l'abita. Quale ambientazione migliore per il dramma stupefacente (è il caso di dirlo) che vede l'imponente scorta di Gheorge Pop di quella che dovrebbe diventare, con l'aiuto di un buon chimico, cocaina riciclata e di nuovo pura al 96%, dispersa tra raffiche di vento degne della migliore tempesta estiva?
L'intera città inspira ed espira una droga capace di farle perdere ogni freno inibitore, e i suoi abitanti cedono ai loro desideri più sfrenati.
#MilanoFiesta nasce così, sui media che diffondono senza sosta video e immagini di quello che sembra un sadico e caotico rave a cielo aperto, e una violenza di strada che ricorda quella così ben narrata da Hubert Selby Jr. nel suo celebre "Ultima uscita per Brooklyn": un hashtag per catalogare la follia sanguinaria che nessuno sembra capace di fermare.
Beppe Tosco racconta la violenza quotidiana e insita in ognuno di noi attraverso la sua caratterizzazione più estrema e, a tratti, carica di humour nero, ma racconta anche cosa voglia dire essere un eroe oggi, attraverso il personaggio di De Leo.
De Leo non è un cavaliere senza macchia e senza paura, non possiede una spada laser e non può estrarre nessuna spada dalla roccia. Sa di non potere nulla contro un'intossicazione di massa per via aerea, ma sa anche cosa è davvero importante nel momento in cui l'umanità si abbandona totalmente alla violenza e alla mera crudeltà: preservare l'innocenza, per salvare il futuro.
È questo a legarlo a Lola e Vladi, e non volendovi rovinare la lettura ci tengo a dirvi di tenerli d'occhio, i giovani membri dell'improbabile terzetto: Vladi vi farà sorridere fino all'ultima pagina.
De Leo si chiede anche se davvero basti respirare un po' di polvere bianca per scendere in strada e squarciare gole, spezzare gambe e pugnalare ventri, e la risposta (parziale e che, in fondo, è quella che da esseri umani temiamo) alla sua domanda arriva nelle ultime pagine di questo romanzo che, ve lo assicuro, si legge tutto d'un fiato.
Mi ha ricordato alcuni dei miei grandi amori, dal già citato Hubert Selby Jr. a Bret Easton Ellis, senza che si perdessero l'ironia e il senso dell'umorismo caratteristici del lavoro televisivo e radiofonico di Beppe Tosco: consigliato, potrebbe stupirvi.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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