Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La regina di Saba" di Knut Hansum, edito Iperborea (brossurato a 9€):
Ci sono incontri, sguardi, gesti, parole che possono segnare il cammino di una vita. Ce li portiamo accanto, continuando a rincorrerli e a ritrovarli, e tanto più forte è l'estasi quando l'immagine inseguita ci si ripropone. E questo che accade al consueto vagabondo in cui Hamsun proietta tutta la sua esacerbata irrequietudine, un non meglio precisato critico letterario norvegese che si trova a girovagare senza meta attraverso la Svezia. Fermatosi una notte alla stazione postale di Barby, s'imbatte in un'affascinante ragazza dallo sguardo profondo e dai modi spigliati e anticonvenzionali, e se ne invaghisce perdutamente. Sono gli ultimi mesi del 1888, quando Julius Kronberg espone il suo grande dipinto "La Regina di Saba a Gotebörg", e lo scrittore ravvisa una straordinaria somiglianza con la ragazza. Ma l'idillio ha breve durata. Lei scompare senza lasciare messaggi né tracce, anche se fatalmente indimenticabile. Quattro anni dopo la «regina» ricompare all'improvviso su un treno in partenza da Malmö e riaccende l'amore del protagonista. Inizia così un lungo e imprevedibile inseguimento, un viaggio con ogni sorta di stravaganti incontri che lo porta fino a Kalmar, sulle rive del Baltico, dove finirà per reinventarsi una nuova professione e una nuova vita per continuare il suo assedio. Deciso più che mai a non risparmiarsi nessuna fatica, non esitare davanti a nessun viaggio, non aver paura di nessuna spesa per raggiungere la sua felicità.
Un recupero delle vacanze di cui volevo assolutamente parlarvi, perfetto nella sua semplicità e nelle sue dimensioni decisamente contenute.
Il racconto di Knut Hansum inizia e finisce nel giro di 40 pagine, che racchiudono tutto.
Il viaggio con meta ignota, senza bagaglio e senza un progetto; la curiosità che diventa ossessione; la perdita del senso della misura.
Al protagonista di "La regina di Saba" capita tutto questo, e come conseguenza di un incontro rapido (e per il lettore non particolarmente incisivo) con una ragazza in una pensione, ragazza i cui tratti assomigliano non poco a quelli della regina di Saba nel dipinto di Julius Kronberg.
Ogni suo tentativo di ritrovarla fallisce, sino a quando, anni dopo, la rivede.
Così, per puro caso, ed è così che senza alcuna esitazione salta su un treno, dando inizio a un viaggio che porta noi indietro nel tempo e lui a centinaia di km di distanza da quella che sarebbe stata la sua destinazione. Un viaggio costoso, lungo, scomodo, ma che importa?
Tutto ciò che conta è ritrovarla.
Knut Hansum non aveva bisogno di più di 40 pagine per raccontare gli effetti di un'infatuazione diventata fantasia e sfociata in ossessione, e non aveva bisogno di altre parole per accompagnare il suo protagonista verso un epilogo forse prevedibile, ma non per questo meno spietato.
Non è facile raccontare l'illusione e il suo dissolversi con la stessa eleganza e la stessa misura, ma Knut Hansum ci riesce, e il suo "La regina di Saba" è un racconto da scoprire e da assaporare sorseggiando una tazza di ottimo tè.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Nessun commento:
Posta un commento