giovedì 30 novembre 2017

Chiacchierata con B.A. Paris su "La moglie imperfetta", la scrittura e... Agatha Christie!

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi il blog ha un'ospite molto speciale: B.A. Paris, autrice di "La coppia perfetta" e "La moglie imperfetta", editi Nord.
Ecco cosa mi ha raccontato, nella cornice del bellissimo Enterprise Hotel di Milano!

Quando hai scritto “La coppia perfetta”, a darti il via è stato un concorso letterario che ti aveva segnalato tua figlia. Stavolta, invece, hai iniziato a scrivere “La moglie imperfetta” da autrice pubblicata. È stato diverso?
Molto, e molto più difficile! Il primo libro era stato un grande successo, e c’è un sacco di pressione nello scrivere un secondo libro sapendo che i lettori vorranno vivere un’esperienza simile ma non identica. Dovrai trasmettergli tutto ciò che è arrivato loro dal tuo primo libro, senza riscriverlo.
È stato davvero difficile!

Dopo il marito “da incubo” del tuo primo romanzo, stavolta sei stata più sottile: Matthew, in apparenza, è un marito premuroso, gentile, attento.
Sì, la differenza sta proprio qui: stavolta non è dichiarato dall’inizio che il marito è “il cattivo della storia” (ruolo che non spetta slo a lui, ndr), è qualcosa che il lettore scopre piano piano.
In entrambi i romanzi ho una vittima femminile che riesce a sfuggire al suo carnefice, e a contrattaccare.
E stavolta abbiamo anche un’amica alla quale stare attenti. Nessuno può incastrarti facilmente quanto un’amica, e hai saputo creare un personaggio femminile davvero subdolo.
Era proprio il mio intento: nel romanzo precedente avevo un’amica che correva in soccorso, stavolta mi serviva qualcosa di diverso.
Stavolta, a rendere più spaventoso il tutto, c'è la paura di Cass di stare perdendo la memoria (e di conseguenza se stessa). La vediamo iniziare a dubitare sempre di più di ogni sua azione.
È questo a spaventare il lettore. Nel mio primo romanzo era chiaro da subito di chi si dovesse avere paura, mentre stavolta si inizia a da avere paura tutto il tempo, non essendo chiaro chi sia "il cattivo" della storia. È il marito? È l'amica? È Cass stessa?

Devo chiedertelo: come fai a dormire serena, dopo aver lavorato tutto il giorno a romanzi come “La coppia perfetta” e “La moglie imperfetta”? Come riesci a tenere separato quel livello di inquietudine e di angoscia che finisce nei tuoi romanzi, e la tua vita personale?
Quando è uscito “La coppia perfetta” me l’hanno chiesto in diverse occasioni, ma la verità è che quando scrivo divento momentaneamente il personaggio su cui sto lavorando, e quando stacco torno a essere me stessa.
Ho trovato stimolante pensare a Jack, ai modi in cui avrebbe ingannato Grace… e poi quando rileggevo quello che avevo scritto mi sorprendevo di me stessa.
I miei amici, mia figlia non si capacitavano che io potessi scrivere qualcosa di simile perchè sono una persona molto ottimista, positiva e piena di entusiasmo.
Però magari la scrittura è proprio il mezzo che ti permette di tirare fuori la parte oscura di te.
Sono sicura che sia così: scrivere è terapeutico, e ti aiuta a tirare fuori emozioni e sensazioni che nemmeno sapevi di avere dentro di te.
Quali libri e quali autori pensi ti abbiano resa la persona e l'autrice che sei oggi?
Ho iniziato a leggere quando avevo circa sette anni, e pochi anni dopo ho scoperto i romanzi di Agatha Christie. L'ho letta da giovanissima, e nessuno mi ha ispirata quanto lei.
Credo che se mi sono trovata a scrivere thriller, io che mai avrei pensato di farlo, sia anche grazie a lei. Ora purtroppo ho davvero poco tempo per leggere, e quando leggo ho sempre tra le mani un thriller psicologico segnalatomi dal mio editore o da altri autori.
Ti influenza, come scrittrice, leggere il lavoro di altri autori di genere?
No, nel senso che se leggo qualcosa che mi piace penso "ok, è stato fatto. Non posso scriverlo io", e so di dovermi inventre qualcos'altro.

Qual è la tua più grande paura, da scrittrice?
Deludere i miei lettori. Non voglio che il mio nuovo romanzo piaccia loro meno del precedente, ed era sicuramente la mia più grande paura mentre lavoravo a "La moglie imperfetta".
I miei lettori sono sempre così disponibili, così comunicativi, così entusiasti di raggiungermi quando presento un romanzo: deluderli sarebbe bruttissimo.

Nei tuoi due romanzi le vittime sono donne, e quello della violenza contro le donne è un tema quanto mai attuale. In nessun paese del mondo c'è una legislazione adeguata, ne abbiamo la prova ogni giorno. Credi che aiuti a mantenere viva la discussione sul problema parlarne anche attraverso la fiction?
Assolutamente sì. Quello che mi ha sorpresa, e anche spaventata, è stato il numero di donne che, dopo l'uscita di "La coppia perfetta", mi ha contattata per dirmi che aveva vissuto o stava vivendo qualcosa di simile.
La violenza psicologica è ora un crimine riconosciuto e punito dalla legge, ma prima dell'uscita di "La coppia perfetta" non era così. La violenza fisica era riconosciuta, e sicuramente più facile da provare, mentre quella psicologica... Il romanzo e la nuova legge sono usciti quasi in contemporanea, e credo sia un passo importante nella giusta direzione.
Ringrazio tantissimo Nord e B.A. Paris per questa bellissima opportunità:la prima intervista italiana a B.A. Paris era uscita proprio sul mio blog, e incontrarla di persona è stato emozionante.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento:

  1. Illuminante leggere le risposte di un'autrice straordinaria! Hai posto molte domande che mi ronzavano in testa (vedi, "come fai a dormire la notte?" 😂) grazie per il post, non vedevo l'ora di leggere questa intervista!

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