Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Nulla, solo la notte" di John Williams, edito Fazi Editore (rilegato a 13,50€):
"Questa stanza è come la mia anima: sporca e disordinata". L'anima di Arthur Maxley è opaca, stretta nell'incertezza della giovane età e in una biografia familiare amara, dove la protezione dei genitori si è polverizzata quando era ancora un ragazzino. Arthur spende la giornata estiva che fa da cornice a questo romanzo breve a San Francisco: qui ci sono le feste di Max Evartz, dove si beve troppo, e l'amico Stafford Lord, sempre in ritardo e terribilmente lamentoso, un giovane viziato da sogni irrealizzabili. Ma non sono le frequentazioni quanto i pensieri ad affollare la mente di Arthur, frammenti di ricordi di un'infanzia che ha al centro una voragine, una madre perduta senza sapere quale sia stata la causa e un padre, uomo d'affari sempre in giro per i continenti, il quale proprio in questo giorno è in città e propone al figlio un incontro. Ed è allora che le parole non si trovano e quelle che vengono pronunciate sono troppo poche e deboli, in un dialogo che non concede nulla al rapporto tra un genitore e un figlio. È a partire da Luisant's, un club immerso nelle strade della metropoli, che consuma la notte e la delusione, un cocktail dopo l'altro con una donna che diventa compagna di solitudini e seduzioni.
Manca sempre meno all'uscita di "Augustus" di John Williams, e per prepararmi ho deciso di recuperare la lettura di "Nulla, solo la notte" che languiva in libreria dal #SalTo16 (ebbene, sì).
E meno male che l'ho fatto!
Meno male perchè "Nulla, solo la notte" è davvero una gemma.
La parabola discendente (o forse no) di un uomo che deve riuscire a liberarsi di tutte le sconfitte che lo hanno sempre definito, per trovare (forse) se stesso.
Non in uno squallido locale troppo buio e troppo caldo, non nelle chiacchiere vuote con un padre che lo ha tenuto a distanza, non ricordando una madre instabile che ha distrutto la sua famiglia, non pensando alla vita vuota e priva di successi che conduce.
Ma chissà, questa potrebbe essere la sera giusta.
Quella in cui incontrare una donna e, complice un bicchiere di troppo, toccare il fondo.
Perchè dal fondo si può solo risalire, anche quando si è Arthur Maxley.
Il primo lavoro di John Williams è già un capolavoro, e questo è ciò che ci fa rendere conto ancora una volta di essere davanti all'opera di un autore straordinario.
"Stoner" era una perla rara, ma" Nulla, solo la notte" non è da meno.
Bastano poche righe, ed è come se Arthur Maxley fosse seduto accanto a noi, le spalle curve e lo sguardo spento, con i suoi ricordi troppo dolorosi e la sua mancanza di entusiasmo per la vita.
Ma sarà sempre quell'unica, orribile notte a definire Arthur e a condizionare ogni sua azione, o l'uomo riuscirà a scrollarsi di dosso il passato e andare avanti?
Con una prosa raffinata e pulita, in cui nulla manca e nulla è di troppo, John Williams ci racconta la perdita dell'innocenza e il tramonto delle ambizioni, ma anche - chissà - la possibilità di un nuovo inizio.
Semplicemente sublime, e assolutamente da scoprire.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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