venerdì 16 giugno 2017

Come contattare un'azienda... quando non hai un contatto!

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi voglio parlare di un argomento bollente per chi comunica online: come scrivere a un'azienda quando non si ha già un contatto diretto.
"Cosa ci vuole a scrivere un'email?", direte voi. E in un certo senso avete ragione: non ci vuole molto.
Ma proprio per questo non tutti lo fanno nel modo giusto.
Sono stata da entrambi i lati della barricata, quella che scrive e quella alla quale arrivavano email che non avrei inviato nemmeno al mio peggior nemico, ed ecco cosa sento di poter consigliare a tutti, senza alcun indugio.
La prima cosa da fare è... trovare un contatto.
No, non vi sto prendendo in giro.
Posto che non siete in possesso di un indirizzo email diretto, nulla vi impedisce di documentarvi su chi svolga all'interno dell'azienda interessata il ruolo istituzionale al quale vi rivolgete.
Create un profilo Linkedin - è gratuito - e utilizzatelo per scoprire chi lavora dove e in quale posizione, oltre a consultare attentamente il sito dell'azienda: una volta fatto, potrete scrivere sì all'indirizzo generico ma rivolgendovi a chi vi leggerà.
Sarà una comunicazione meno impersonale e che dimostrerà che vi siete documentati, cosa che non dispiace mai a nessuno.

Il passo successivo è presentarvi, e farlo bene.
Chi siete, cosa fate, dove lo fate.
Se l'intento è stringere una collaborazione attraverso il vostro blog, non potete prescindere dall'inserire già in questa sede un link al vostro blog, più i link diretti a eventuali post riguardanti prodotti dell'azienda alla quale scrivete.
Evitate il messaggio alla pagina Facebook del tipo "Ciao, ho un blog, accetti collaboratori?" perchè, prima di tutto, non state parlando a vostra sorella. Buongiorno, non ciao.
E soprattutto avete un blog... come altre tremila persone là fuori. Se non ne dite almeno il nome, non state comunicando assolutamente nulla a chi vi legge.
Non sapete nemmeno quanti anni abbia chi vi legge dall'altra parte, quindi date del lei, come vi hanno insegnato da bambini. È educato, è elegante, e sarà chi vi legge a dirvi che potete dargli del tu.
Di fatto, nel momento in cui volete collaborare con un'azienda entrate in un discorso che va oltre il gioco e diventa rapporto lavorativo: non potete prescindere dalla lettera di presentazione.
Potete fare solo una volta una buona prima impressione, non giocatevela con un adesivo e un emoji.

Oltre a chi siete, dev'essere chiaro cosa volete. Qual è il vostro scopo?
Perchè state contattando l'azienda?
Sembra semplice, ma pensateci un attimo: quante email avete ricevuto nel corso della vita il cui testo vi lasciava con un "ok... e io cosa dovrei fare adesso?" stampato in volto?
E a quante di queste avete risposto prima di cestinarle?
Saluto, riga bianca, presentazione, riga bianca e poi il motivo della vostra missiva.
Sintetico ed efficace, niente periodi lunghi o discorsi che partono dalla Genesi per arrivare al motivo concreto. Andate dritti al punto.

E poi a volte nonostante abbiate fatto tutto per bene non ricevete risposta.
Che fare?
L'importante è restare coinvolti nella vita dell'azienda, soprattutto sul web: seguitela su Twitter e interagite con costanza, in modo da costruire un rapporto e far sì che chi comunica sul web riconosca nel tempo il vostro nome e il vostro viso (sì, nel profilo che utilizzate dovete esserci voi. Non il vostro gatto, per quanto possa essere carino).
L'unica casa editrice alla quale ho scritto personalmente per chiedere di poter collaborare è stata, in anni di blogging, l'allora Harlequin Mondadori (ora HarperCollins Italia), e non solo ne è nata una collaborazione stretta, ma per un anno ho anche lavorato per loro, imparando moltissimo.
Ammetto senza nessuna vergogna di aver aggirato l'ostacolo "mail senza risposta" da parte di un'azienda proprio ricorrendo al tag costante, alla produzione di contenuti sui loro prodotti, all'interazione con i loro contenuti. Alla fine l'ho spuntata ;)
Ultimo, ma non meno importante: ogni collaborazione è un do ut des.
Se collaborate con un'azienda e vi viene inviato un prodotto, non è un regalo: è l'assoluzione della loro parte di contratto. Ora sta a voi: se non fate la vostra parte parlandone online, non state collaborando. Vi state approfittando.
C'è un motivo se tutte le aziende - più o meno esplicitamente - hanno una lista A e una lista B, e c'è un motivo se la fase dei grandi invii di prodotti a tutti si sta chiudendo, ed è palese a tutti.
Rifletteteci, prima di chiedere qualcosa, e chiedetevi: posso occuparmene a breve?
Posso leggerlo/utilizzarlo entro due, tre settimane?
Riesco a scattare una bella foto che lo valorizzi?
Riesco a pubblicare contenuti ben editati e di qualità?
Se la risposta non è un sì convinto a tutto ciò di cui sopra, lasciate stare.
Le aziende apprezzano sopra ogni cosa l'onestà, e dire "al momento non riesco, mi dispiace" vi farà guadagnare molti punti, mentre accettare e poi darvi alla macchia ve ne farà perdere moltissimi.

Spero che in qualche modo questo post possa esservi d'aiuto, e soprattutto sono curiosa di sentire le vostre storie e i vostri consigli: ho finalmente risposto a tutte le email che mi avete mandato nelle ultime due settimane, e in tanti mi chiedevate di come fare a collaborare con le case editrici quindi... eccoci qui ;)

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

4 commenti:

  1. Io ho iniziato da molto poco, la prima collaborazione con Garzanti risale a marzo scorso, ma penso di poter rispondere con un sì convinto a tutte le domande del tuo articolo. Questo non toglie che qualche casa editrice non mi ha mai risposto, sebbene le mie mail fossero scritte come tu consigli, così come vedo in giro contenuti qualitativamente poco significativi eppure questi blogger continuano a ricevere pacchi su pacchi...

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    1. Concordo con entrambe le tue considerazioni, e a volte mi stupisco anch'io: vedo recensioni che non sono recensioni, post scritti in italiano sgrammaticato, foto orribili su Instagram emi chiedo "ma è davvero quella la vetrina che vuoi per il tuo prodotto?"...
      Lì sta all'azienda, si vede che molti poi non andranno nemmeno a controllare i contenuti realizzati.
      Me lo spiego solo così XD

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