mercoledì 5 aprile 2017

"La figlia dello stregone" di Terry Brooks: scopriamolo insieme all'autore!

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi il blog ha un ospite speciale: Terry Brooks!
Proprio lui, il padre dell'universo di Shannara, e da poco tornato in libreria con "La figlia dello stregone", edito Mondadori (rilegato a 20€):
Come sogno, come magia, così si enunciano le leggende meravigliose di Shannara. Nella ricostruzione prodigiosa della vasta città di Arishaig, nel carisma malvagio di Arcannen Rai, nella vertiginosa altezza della Torre della Fenice, nell'amore struggente che lega Paxon e Leofur Rai, nel sublime Canto Magico che tutti gli elementi controlla, nella micidiale potenza delle armi a raggi ustori, nell'indifferente crudeltà di uno Sleath, e ancora nella misteriosa sparizione di Crysallin e nelle ombre paurose che accerchiano la Fortezza dei Druidi, così si enunciano il sorgere, il durare di una delle più belle saghe fantasy mai concepite.
Con l'avventura estrema della luminosa Leofur, con la sua lotta all'ultimo sangue con il suo potente Padre, Terry Brooks ci consegna il terzo e ultimo libro dei "Difensori", lasciando all'immaginazione dei suoi lettori l'evoluzione di un'epopea che riserverà, a breve, un'altra sorpresa, già annunciata dal suo editore Del Rey di New York.
E chi ha detto che Terry Brooks è l'erede legittimo di J.R.R. Tolkien aveva ragione, ha detto una cosa giusta.

Ho potuto incontrare Terry Brooks lo scorso autunno, in occasione di Lucca Comics & Games, ed ecco il frutto della nostra chiacchierata!
La bellissima sala in cui lo abbiamo incontrato
Benvenuto in Italia, e che onore incontrarla!
Partiamo subito dal suo nuovo libro: cosa può raccontarci, senza svelare troppo?
Bene, iniziamo col dire che è l'ultimo libro nella serie "I difensori di Shannara", e ovviamente vede protagonisti personaggi che avete già incontrato, ma è passatp un po' di tempo da quando li avevamo salutati.
Ritroviamo Arcannen Rai, che ha causato non pochi problemi a Paxon e Leofur.
Diciamo solo, senza svelare troppo, che due dei personaggi principali si troveranno davvero nei guai, e davvero non sapremo fino alla fine se uno dei due o entrambi moriranno.
Posso anche dire che vi troverete di fronte a una storia d'amore, molto inusuale, ma tant'è: qualcosa di diverso da quello che scrivo di solito, questo è sicuro!

Che premessa! Ma guardando ora a tutto l'universo delle cronache di Shannara, c'è un riferimento - o più d'uno - alla mitologia norrena e all'albero di Yggdrasill?
(annuisce, ndr) Il modo migliore per rispondere alla tua domanda è dirti che, quando è stato il momento di sedermi assieme agli sceneggiatori che avrebbero trasposto i miei libri per l'adattamento televisivo, abbiamo concordato che tutto partisse da "Le pietre magiche di Shannara" e che sarebbe stati fedeli alla storia.
Al che ho replicato «No, non lo sarete. Sappiamo benissimo che non succederà.» e ciò su cui ci siamo accordati è stato invece che loro avrebbero mantenuto lo scheletro della storia, per poi modificare alcuni personaggi, alcune ambientazioni, e via dicendo.
Sarebbe stato controproducente da parte mia dire loro «Non potete cambiare la mia storia», perchè ci sono differenze forti tra un libro e una serie TV: le stesse cose non funzionano in modo identico su carta e sullo schermo.
La mera replica sbarra la strada alla creatività, e questo non è mai un bene.
Ci sono scene nella prima stagione che non sono presenti nel libro, e alcune mi sono piaciute molto, credo siano bellissime scene.

Ciò che rende affascinante - tra le altre cose - il mondo di Shannara è il fatto che da un alto ci troviamo immersi in un'atmosfera fantasy popolata da druidi, incantesimi, elfi... e dall'altra sembra di leggere un romanzo distopico post-apocalittico perchè il mondo che tu descrivi è proprio il nostro, in un futuro lontano ma forse non così tanto (magia a parte).
Com'è per lei sapere di aver scritto qualcosa di simile nel 1977, e vedere quanto ci siamo avvicinati oggi a quanto da lei immaginato?
Fin dall'inizio, una delle domande che mi venivano sempre rivolte è stata «Che mondo singolare, ma dove si trova?» e io replicavo chiedendo «Voi che ne pensate? Dove credete che siamo?»
Per un sacco di tempo non ho proprio dovuto rispondere a questa domanda, e anzi, la decisione di rendere davero il "mio" mondo la Terra in chiave post-apocalittica non l'ho presa da subito: ho potuto rimandare la vera e propria presa di posizione per un po'.
Anche in questo caso, quando si è trattato di adattare i libri per la televisione, si è dovuto prendere una decisione chiara da subito e i produttori sono stati determinati nel dire che doveva essere cristallino che ci trovassimo nel nostro mondo ma nel futuro.
Il pubblico doveva saperlo da subito, ed è anche per questo che funziona: mi è piaciuto vedere com'è stato portato in vita ciò che esisteva solo nella mia mente - e in quella dei lettori.
Ho detto «No, questo no» a pochissime cose, in effetti.
Ho anche apprezzato moltissimo il lavoro degli attori: l'intero cast è davvero pieno di talento!
L'autore ha subito condiviso sui social un suo scatto insieme all'Eterea
Parliamo del suo lavoro di scrittore? Come organizza la parte di ricerca, di stesura di un canovaccio, di una bozza e via discorrendo? Ha un metodo collaudato o dipende dal romanzo di cui si sta occupando? E soprattutto, l'ispirazione da dove arriva?
Parto dalla fine: molto spesso le idee mi arrivano leggendo i quotidiani, più che da altri libri.
Mi piace guardare per prima cosa a ciò che succede qui e oggi, e a ciò che non mi piace: e ce ne sono di cose che non mi piacciono!
Poi mi chiedo se posso trarne una storia, e qui inizia la parte complessa, in cui penso a cosa potrebbe accadere se... o se invece... e se poi...
Mi muovo così, fino a quando non arrivo a ciò che so sarà il cuore della mia storia.
È successo questo anche con "La figlia dello stregone": sapevo che il cuore sarebbe stato la storia d'amore, lo sapevo sin da quando mi facevo domande e buttavo giù ipotesi.
Perchè il libro funzioni, devi coinvolgere i lettori e devi fare in modo che ai lettori importi sul serio di ciò che accade ai tuoi personaggi. A lettura finita devono sentirsi come se avessero speso bene il loro tempo leggendoti, e non pensare «Ma che stupido finale!».
In cosa è cambiato il suo modo di scrivere negli ultimi quarant'anni?
negli orari, essenzialmente! Ero uno scrittore notturno, di quelli che si mettono alla scrivania di sera e riescono a vedere l'alba dalla finestra.
Ora però mi sono reso conto di non essere più produttivo dopo le tre del pomeriggio, quindi scrivo al mattino e smetto intornoa  quell'ora.

Non solo scrittore, ama anche lettore: chi sono i suoi autori e/o titoli di riferimento?
Leggo moltissimi fantasy, ma apprezzo molto anche i gialli e i thriller.
Dovendo citare alcuni autori, mi vengono subito in mente Justin Cronin, Pierce Brown, Mark Lawrence.

Una nota "artistica". I suoi romanzi sono usciti in tutto il mondo in edizioni splendide, e mi chiedevo: ha voce in capitolo per quanto riguarda le copertine?
Ah, io cerco di non discutere mai sulle copertine.
Si tratta di opere d'arte, create da esperti, e cerco di non intralciarli nel loro lavoro.
A patto che siano fedeli a come descrivo i personaggi nell'opera di riferimento, per me va bene.
Credo di avere imparato a non intromettermi lavorando con George Lucas a "Star Wars": ho avuto la libertà di creare cose da lui non ancora immaginate, di rendere "mio" il suo materiale senza stravolgerlo, e cerco di comportarmi allo stesso modo ora che mi trovo dall'altra parte.
Terry Brooks all'opera con le nostre copie dei libri
Un grazie a Mondadori per questa opportunità unica non basta, e tenere nel cassetto questa intervista fino ad ora è stata durissima perchè morivo dalla voglia di condividerla con voi... eccola qui!
Grazie anche a Terry Brooks che in un quarto d'ora è riuscito a raccontarci davvero moltissime cose: io non vedo l'ora di leggere il nuovo libro, e voi?

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

Nessun commento:

Posta un commento