martedì 13 settembre 2016

"La strada del ritorno è sempre più corta" di Valentina Farinaccio

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La strada del ritorno è sempre più corta" di Valentina Farinaccio, edito da Mondadori (brossurato a 18€):
L'estate in cui Vera ha cinque anni è una girandola di avventure. Vera è sfacciata e sognatrice: gioca a nascondino con l'amico immaginario Ringo Starr e da grande vuole fare la camionista, come il nonno, per scoprire dove finiscono tutte le strade del mondo. Oltre ai capelli rossi – della stessa tinta con cui i bambini colorano i cuori –, ha ereditato dal papà libraio la passione per le storie: riempie pile di fogli di una scrittura immaginaria per raccontare favole di calzini parlanti e piante grasse dimagrite. Quella dei suoi cinque anni è anche l'ultima estate che trascorre insieme al padre Giordano.
Oggi Vera ha trent'anni, ed è una celebrità della tv: inventa oroscopi irriverenti e graffianti, specie per i nati dello Scorpione, segno zodiacale dell'ex fidanzato che l'ha appena lasciata, mettendola di colpo davanti a tutte le sue fragilità. Perché Vera è cresciuta senza un genitore, ed è come se fosse a metà: ha avuto in dotazione un solo braccio e un solo orecchio, una sola gamba e un solo occhio, e ha riempito tutto quel vuoto di sarcasmo e finta imperturbabilità.
Di suo padre non sa nulla: la madre Lia, credendo di proteggerla e di proteggersi, ha preferito dimenticare. Ma quando riceve un centinaio di pagine scritte da Giordano durante gli ultimi mesi di vita e che parlano proprio di lei, dell'eccentrica Lia che si è ribellata alle leggi ancestrali della provincialissima Campobasso, e della nonna Santa, che ha consacrato la propria vita ai figli, Vera è investita da una sfida: il libro è senza finale. Lei adora gli inizi e odia la responsabilità della fine, eppure è la sola che potrebbe completarlo, è un'occasione unica per incontrare tra le pagine quel padre mancato, e per capire cosa accadde quell'estate in cui tutto è cambiato.

Una lettura singolare, iniziata grazie a un consiglio e che ho divorato.
Ringrazio di cuore Mondadori per avermi permesso di leggerlo.

Vera mi ha intenerita da bambina e ancora di più da adulta, e devo dirlo, la prima parte del romanzo mi ha fatto male al cuore.
Leggere della malattia del padre di Vera, del suo abbracciare e coccolare la figlia prima che parta insieme al nonno sapendo che non sarà più lì quando la bambina tornerà...
Non riesco nemmeno ad immaginare il dolore che possa provare un genitore costretto a dire addio alla sua bimba troppo presto, e la sua assenza condizionerà la vita intera di Vera.
Se la Vera bambina che incontriamo all'inizio del libro è tenera, dolce e molto ingenua, la Vera adulta alla quale lascia il posto è ironica, sarcastica e fin troppo distaccata.

Ne ho apprezzata moltissimo la struttura, e ho trovato vincente la scelta dell'autrice di portare il lettore a conoscere non solo la "versione" di Vera, ma anche quella di nonna Santa, della madre Lia e persino del padre, che è mancato presto ma che allo stesso tempo non ha mai smesso di essere presente.
Quello che succede a Vera una volta cresciuta è di rendersi conto che, non avendo mai conosciuto davvero suo padre, non ha conosciuto una parte importante di se stessa.
Le è mancata la possibilità di crescere confrontandosi con qualcuno con il quale condividere gesti, modo di parlare, modo di pensare, e da questo punto di vista per Vera è un dono del cielo il fatto di avere un'occasione per conoscere il suo papà.
Anche se può farlo solo leggendo una pila di fogli.
In Vera ho ritrovato moltissimo della piccola Millie di "La magia delle cose perse e ritrovate" di Brooke Davis, romanzo che ho amato profondamente e che consiglio a tutti.
Se vi è piaciuto il libro di Brooke Davis (uscito lo scorso anno), di questo vi innamorerete.

Una nota a parte merita la figura di Lia, perchè nonostante le divergenze con vera una volta che la ragazza è cresciuta, il ritratto che le parole di Giordano ci restituiscono è quello di una donna piena di vita, che semplicemente non era pronta a perdere così presto il prorpio amore.
Le ultime pagne del romanzo sono, per questo, molto toccanti, e con le ultime righe Valentina Farinaccio ha deciso di stendermi definitivamente dando una bella strizzata al mio cuore.
Vi emozionerà!

Consigliato a chi fosse in cerca di una storia di crescita personale peculiare ma profondamente "vera", e a chi semplicemente volesse godersi un romanzo scritto davvero bene: questo lo è.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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