Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Scomparsi" di Caroline Eriksson, edito da Nord (rilegato a 16,90€):
Intorno a lei c'è solo silenzio. Greta si sveglia e si rende conto che Alex e Smilla non sono ancora tornati. Erano scesi dalla barca per fare una passeggiata sull'isola che si erge in mezzo al lago Maran, mentre lei era rimasta a bordo a riposare. Ormai però il sole sta sparendo dietro gli alberi, disegnando lingue color sangue nel cielo, l'acqua è fredda e immobile come pietra e Greta non sente né la voce rassicurante di Alex né la risata argentina di Smilla. Scende a terra per cercarli ma, poco dopo, capisce che non sono più su quell’isoletta. Sono svaniti nel nulla. Greta allora torna indietro, nella casa in riva al lago dove stanno trascorrendo qualche giorno di vacanza. Niente neanche lì. E al cellulare di Alex scatta inesorabile la segreteria telefonica. A Greta non rimane quindi che rassegnarsi, raccogliere tutto il suo coraggio e andare alla polizia per denunciare la scomparsa del marito e della figlia. Alla piccola centrale del paesino più vicino, l'accoglie una giovane agente. L'ascolta, fa qualche verifica al computer. E le annuncia che lei non è sposata e che non ha mai avuto figli…
Chi sono allora Alex e Smilla? Perché sono scomparsi? E cosa nasconde Greta? Qual è la sua storia? Sta mentendo o è proprio lei l’unica a dire la verità?
Grazie allo stile intenso e alla storia spiazzante, in cui niente è come sembra, "Scomparsi" è stato tra i romanzi più richiesti dell'ultima fiera di Francoforte ed è diventato un caso editoriale ancora prima della pubblicazione in Svezia, coi diritti di traduzione venduti in 22 Paesi nell’arco di una settimana.
Sulla copertina di “Scomparsi”, sopra il titolo, compaiono queste frasi:
Nessuno mente. Nessuno dice la verità. Tutti hanno dei segreti.
In linea di massima, si può dire che in queste parole sia già racchiuso il senso di questo intrigante romanzo, che mi ha tenuta inchiodata alle sue pagine dal principio alla fine, perché Caroline Eriksson non concede al lettore un solo attimo di pausa. Il senso di inquietudine che compare nel racconto in prima persona fatto da Greta, la protagonista, fin nelle primissime pagine, è destinato ad accompagnarvi fino alla parola fine.
Trattandosi di una storia ad alta tensione è praticamente impossibile darne un resoconto, perché ogni parola diventerebbe uno spoiler e rovinerebbe l’effetto complessivo.
Il motivo di fondo, comunque, è questo: non esiste un personaggio credibile e sincero, nemmeno tra coloro che, in alcuni capitoli, opportunamente sottolineati da un cambio del carattere tipografico, si sostituiscono a Greta come voci narranti, senza peraltro chiarirci molto le idee. Tutti, ma proprio tutti, sono destinati a rivelarsi diversi da come ci vengono presentati in partenza, sia in meglio che in peggio, a cominciare dalla stessa Greta, che si presenta come donna innamorata e inquieta per la sorte del marito Alex, ma di cui scopriamo, pagina dopo pagina, il passato tutt’altro che rassicurante. Lo stesso accade, del resto, per il bell’Alex e per la madre di Greta, altro personaggio chiave della storia.
Altro non si può dire, se non che Caroline Eriksson è molto brava nel costruire l’atmosfera di generale inquietudine che pervade tutto il libro, a cominciare dalla descrizione del luogo in cui si svolge la vicenda: si tratta infatti di una piccola località turistica, costituita da poche case sparse attorno a un lago, in una zona imprecisata della Svezia.
Un luogo che può essere delizioso nel periodo delle vacanze, ma che fuori stagione assume un aspetto desolato, per non dire inquietante, simile a quello di tutti i luoghi privi di residenti fissi: case vuote, finestre sbarrate, giardini trascurati, strade dove non passa mai nessuno.
Uno di quei posti, insomma, dove ti auguri di non restare senza benzina o di forare una gomma se ti capita di attraversarli quando mancano i villeggianti. Ed è lì che Greta si trova a dover affrontare una realtà incredibile, lottando al tempo stesso con i suoi fantasmi personali.
Se deciderete di tenerle compagnia, non resterete delusi da un romanzo che vi offrirà un colpo di scena dopo l’altro, perché, come la stessa Greta confessa (p.119) “Tanto vale dire le cose come stanno. Io non sono come gli altri, non sono una persona normale né una fonte affidabile, perlomeno non nel senso che comunemente si dà a queste parole. Però, se non altro, ho abbastanza consapevolezza di me da rendermene conto.”
Consigliato a chi voglia sentirsi sospeso fino all'ultima pagina.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
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