sabato 30 aprile 2016

15ª Tappa BlogTour “Dylan Magon” – Un italiano di seconda generazione

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
Oggi il blog ospita la 15ª tappa del blogtour musical-letterario di Dylan Magon: musica e letteratura si incontrano e si intrecciano, proponendovi la nuova canzone di Dylan e tutto ciò che l'accompagna, insieme alle opere letterarie di bravissimi scrittori.
Insieme agli altri blogger (20!), eccomi qui a proporvi non solo un contenuto esclusivo e "poliglotta", e ora capirete perchè), ma anche la possibilità di accaparrarvi libri autografati, buoni Amazon e un weekend per due in una splendida località: il tutto sostenendo un artista emergente con tanto talento e tante cose da dire!
Sono venti tappe, e quindi credo sia davvero necessario lasciarvi un calendario dettagliato per permettervi di seguirle tutte:
Io vi propongo una tappa centrata su Dylan, e sugli "italiani di seconda generazione".
Chi sono?
Vi lascio le parole di Dylan, sicura che vi metteranno un sacco di curiosità su di lui e sulla sua musica!

"Mi chiamo Richard Dylan Magon. Sono nato a Palermo il primo marzo del 1993, figlio di immigrati. Entrambi i miei genitori sono nati alle isole Mauritius, una piccola isola nell’oceano indiano, nel sud est africano. La mia vita, a causa del mio colore, non è mai stata semplice. Fin da piccolo ho dovuto sempre lottare (a volte nel vero senso della parola) per la mia pelle e per quella della mia famiglia. Nonostante io fossi nato qui, con mia nonna, i miei zii, i miei cugini che, vivevano e vivono tutt’ora in Italia da ormai un sacco di anni, sono sempre stato trattato come uno straniero in casa propria. A Palermo in quegli anni era dura essere “diverso”. Essere “diverso”, soprattutto da piccoli, significava essere maltrattati e trattati con sufficienza. A volte voleva dire essere umiliati in pubblico e non poter denunciare tutto questo. All’età di 12 anni mi trasferì a Giaveno (TO) e lì fortunatamente trovai una situazione molto più serena. Le persone sotto il punto di vista della mentalità, erano più aperte e avanti. Non esisteva il diverso. Frequentai le scuole medie e la prima superiore in Piemonte dopo di che a causa della crisi, sempre con mia famiglia ci dovemmo trasferire a Fano, nelle marche. A Fano ho trascorso praticamente quasi tutta la mia adolescenza, visto il fatto che vivo ancora qui da quasi 8 anni circa.
Dire cosa significa essere un Italiano di seconda generazione è difficile e in realtà non si dovrebbe nemmeno porre il dilemma. È proprio questo il problema nell’esserlo per noi ITALIANI figli di immigrati. Il nostro paese, per colpa di genitori e nonni troppo indietro con la propria mentalità provinciale, a volte, rende il popolo impreparato nell’ accettare il “diverso”. Ciò fa paura a loro e a noi in maniera però totalmente differente.
Durante Bookcity, un festival letterario organizzato dal Comune di Milano, qualche mese dopo the voice, venni invitato da Francesca Caferri alla presentazione del suo libro “Non chiamatemi straniero” per parlare degli Italiani di seconda generazione. Fu davvero una bellissima chiaccherata. Parlammo delle mille sfumature che avvolgono questo argomento che è sempre molto delicato all’orecchio dell’italiano medio. Dopo varie domande mi venne chiesto dall’intervistatrice come gli “italiani” avrebbero dovuto chiamare noi “italiani di seconda generazione”. Beh.. Credo che il problema sia proprio questo: non bisogna chiamarci in nessun modo perché noi siamo ITALIANI. Mi chiedo sempre: è così tanto difficile da capire?!
Dal mio paese “d’origine”, le isole Mauritius, ci è sempre stato appoggio e supporto per la mia musica ed il mio percorso artistico fin dagli inizi a The voice Of Italy. Dopo l’uscita del mio ultimo brano “A&T”, grazie all’aiuto di mio padre siamo riusciti a metterci in contatto con un talentuosissimo speaker mauriziano il quale lavora nella radio più importante del paese. Radio One. Ci è stata richiesta la versione in francese da poter mandare in onda sulla radio sopra citata. Così io e Steve siamo subito corsi in studio a registrarla. È qualcosa di davvero magnifico poter sentire che molte persone fuori dal nostro paese possano ascoltare qualcosa di mio tramite una radio importante come Radio One. Mi è stata data un opportunità che qui è davvero difficile avere e per questo sarò sempre e per sempre grato alle Mauritius per questo!"

Qui potete ascoltare Radio One, e se siete fortunati potete trovare proprio la canzone di Dylan Magon ;)
Ma noi vogliamo farvela sentire a prescindere dalla fortuna, e quindi ecco il video della canzone in francese, in anteprima solo su questo blog!
Tutta la grafica dell'evento, inclusa questa card,
è stata realizzata da Pamela di Catnip Design.
Vi ho parlato di tantissime cose belle (tra le quali un weekend per due persone sul lago di Bolsena) e giustamente vi chiederete 2come faccio a provarci?".
Lo fate compilando il modulo qui sotto e seguendo le pochissime regole che trovate di seguito:

a Rafflecopter giveaway Per partecipare basterà acquistare il singolo "Atomi e Molecole" su iTunes compilare il form sottostante in tutti i suoi campi. Punti extra verranno assegnati a chi commenterà le varie tappe e chi condividerà l'evento sui propri social. Tutti coloro che diventeranno fan di Dylan su Twitter ed Instagram riceveranno un video ringraziamento personalizzato!

*Chi non usa iTunes, può acquistare da qualsiasi altra piattaforma digitale. Faranno fede la ricevuta d'acquisto o lo screen-shot della stessa, inviata all'indirizzo mail dylanmagonblogtour@libero.it 
L'acquisto del singolo "Atomi e Molecole" è condizione essenziale per partecipare.

Potete vedere le fantastiche sorprese che vi aspettano, i libri autografati che cercano disperatamente una nuova caa e molto altro qui: io sbircerei... ;)

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

5 commenti:

  1. una vita sicuramente non facile quella di Dylan. Gli auguro il meglio!

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  2. Dylan dimostra come non ci siano differenze di nessun genere quando la musica riesce a raggiungere così tante persone.

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  3. Nonostante in Italia ci siano molti immigrati ancora sono visti come stramieri e i loro figli nati e cresciuti qui..idem

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  4. Wow, parole che sicuramente mi hanno permesso di conoscere meglio questo Artista con la A maiuscola! Si merita tanta fortuna!

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