mercoledì 24 febbraio 2016

"La felicità è una pagina bianca" di Elisabeth Egan

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "La felicità è una pagina bianca" di Elisabeth Egan, edito da Nord (rilegato a 16,60€), in uscita il 25 Febbraio:
Quando qualcosa non va, Alice Pearse si rifugia nella lettura. È sempre stato così; fin dalla più tenera infanzia, per Alice i libri sono isole felici dove potersi rilassare, mondi in cui perdersi, tesori da amare. E, adesso che si è ritrovata di colpo con un marito disoccupato, tre bambini da mantenere e un mutuo da pagare, i libri sono diventati letteralmente la sua ancora di salvezza: è infatti grazie alla sua fama di book blogger che le viene offerto un impiego da Scroll, una promettente start up che sta per inaugurare una catena di «sale di lettura», ovvero raffinati caffè dove sprofondare in comode poltrone, consultare uno sterminato catalogo di e-book e leggere. Nonostante le feroci proteste della sua migliore amica, proprietaria della libreria del quartiere, Alice accetta, tuttavia non le ci vuole molto per rendersi conto che gestire la famiglia con un lavoro a tempo pieno è molto più difficile di quanto non si aspettasse e che, dietro l’apparenza meravigliosa, Scroll nasconde un incubo. Eppure Alice non si scoraggia: in fondo, a volte, per trovare la felicità basta girare pagina. 


Alice Pearse è cresciuta tra i libri, respirandone il profumo di carta ed inchiostro, ascoltando la voce del padre leggerle storie meravigliose prima di dormire e leggendo lei stessa milioni e milioni di righe.
Scrive per la rivista “You”, organizza incontri tra lettori insieme all’amica libraia, Susanna, e cresce i suoi figli circondandoli di storie.
Quando il marito Nicholas perde il lavoro, però, è costretta a cercare un impiego più remunerativo, e si trova a fare un colloquio per Scroll.
Una nuova azienda, all’avanguardia, sul procinto di lanciare delle nuove, sensazionali sale di lettura dedicate alla fruizione di libri digitali accompagnata da ottimi spuntini biologici in totale relax.

Alice legge con entusiasmo sia su carta che su schermo e, quando apprende che nelle sale di lettura digitali saranno in vendita anche prime edizioni cartacee, crede che sia davvero un modo per avere il meglio dei due mondi.
Un libro è un libro, in fondo.

Solo che non è tutto oro ciò che luccica, e scopre ben presto cosa si nasconda dietro alla luminosa facciata di Scroll: un’azienda che punta solo al profitto, per la quale i dipendenti sono solo l’anonimo individuo dietro a un codice e che su tutto sembra puntare, tranne che sulla cosa che Alice ama di più: i libri.
Il lavoro l’assorbe sempre di più, allontanandola dai figli in crescita, dal marito che arranca nell’avviare il proprio studio e sprofonda lentamente nell’alcolismo e dal padre che sta inesorabilmente morendo di cancro.
Quanto ci vorrà, perché Alice capisca che non conta avere tutto, ma avere ciò che si vuole davvero?
Sarà troppo tardi, quando si accorgerà di quanto vale ciò che sta perdendo?
Grazie a Nord per la copia cartacea in anteprima del romanzo <3
Un romanzo schietto, che indaga due universi: quello della lettura, in ogni sua accezione e sfumatura, e quello della maternità.
Ma partiamo da mondo della lettura, che mai più di oggi vede lo scontro (molto spesso pilotato) tra cartaceo e digitale, ma la domanda è: è davvero una scelta obbligata?
Io non scelgo, e nemmeno Alice: un libro è un libro, il suo potere di trasmettere emozioni raccontando storie è immutato anche nel momento in cui cambia il media di trasmissione.
Molte delle riflessioni di Scroll sul ridurre il consumo di carta hanno senso, in un mondo in cui la deforestazione va limitata il più possibile, in cui si stampano migliaia di libri ma purtroppo migliaia finiscono al macero, la domanda “sarà mica che ne stampiamo troppi?” mi ha attraversato la mente quasi ogni settimana.
Il digitale non è forse il media preferibile, soprattutto per la letteratura di consumo, per quella che difficilmente prevede una rilettura?
Scroll porta il tutto all’estremo, ovviamente, arrivando ad auspicare un futuro senza libri cartacei, e questo non mi trova d’accordo esattamente come non trova d’accordo Alice: ma sul fatto che si debba leggere di più in digitale, limitando gli sprechi di carta, questo mi trova d’accordo, anche e soprattutto da lettrice forte.

Altro scontro forte trattato nel libro è quello tra famiglia e lavoro: Alice scopre ben presto che non si può essere una figlia, moglie e madre presente e allo stesso tempo dare il 100% sul lavoro, per il semplice motivo che è un essere umano e ha un solo 100% a disposizione, da ripartire tra tutto e tutti.
E’ un tema decisamente attuale, in una società in cui è sempre più necessario che entrambi i genitori lavorino ma in cui la dose di sensi di colpa spetta ancora quasi tutta alla donna, e ho apprezzato come, nel romanzo di Elisabeth Egan, si evitassero i facili cliché e, per esempio, si mettessero in luce anche le mancanze del padre.
Il matrimonio si fa in due, i genitori si fanno in due, e non è solo Alice a perdere il controllo. lo perde anche Nicholas.
Forse la chiave per ritrovarlo non è tanto quella di scaricare le colpe l’uno sull’altra, quanto quella di guardarsi in faccia, dirsi “abbiamo fatto casino” e risolvere la situazione insieme.

La storia di Alice Pearse è quella di un’amante dei libri, ma non solo. E’ quella di una donna che si perde inseguendo un sogno a occhi chiusi, e che si accorge a metà strada di come questo sogno le sia stato cambiato a tradimento dal mattino alla sera.
Le ci vogliono mesi e centinaia di pagine prima di ammettere, in una telefonata liberatoria con la madre, “credo non mi piaccia più il mio lavoro”, e quando lo ammette ritrova se stessa.
Quante volte abbiamo iniziato un progetto o un percorso per poi ritrovarci a fare qualcosa di completamente diverso?
E’ difficile ammettere la sconfitta, ma forse il punto è questo qui: non è una sconfitta fare marcia indietro.
E’ un modo per rimettersi sul binario giusto.
Alice trova il suo binario tra i libri che ama, accarezzando copertine, e a casa sua, stringendo a sé il marito e i figli.
Ritrova la sua casa, la storia a cui vuole appartenere. E pazienza se il succo di frutta non è biologico.

La prosa di Elisabeth Egan è magnifica, e grande la sua abilità nel destreggiarsi tra narrazione in prima persona, comunicazioni via e-mail e dialoghi. Un romanzo strutturalmente ineccepibile, in cui non manca lo spazio per il divertimento, il sarcasmo, la commozione e il batticuore.

Consigliato a tutti gli amanti dei libri, a chi legge ovunque, in qualsiasi modo, sempre e comunque.
A chi sogna un modo fatto di letture ad alta voce prima di dormire, di ditate di bambino sulle pagine ingiallite di un libro di favole, e anche di ultimissime novità che si scaricano automaticamente sul proprio e-reader allo scoccare della mezzanotte: questo libro è per tutti, nessuno escluso.
Soprattutto per le donne che pensano sia loro dovere lottare con le unghie e con i denti per dimostrare che possono avere TUTTO: non dimenticatevi di ciò che volete davvero.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

8 commenti:

  1. Bellissima recensione Eli, libro in WL 😅!!!
    Un bacione ❤️

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  2. Mi aspettavo la recensione entusiasta, ma questa è bellissima. Ormai non so più dove segnarmi i titoli, mi dovrò fare uno scaffare sul GR apposito per i most wanted XD <3

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  3. Niente, lo devo proprio recuperare al più presto!

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  4. Awwwww mi ispira già prima di leggere la tua recensione, ora sono tutta occhi a cuoricino!! Lo vogliooooooooo ^____^

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  5. Che recensione *__* sarà tra i miei prossimi acquisti!

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