La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Armadale" di Wilkie Collins, edito da Fazi Editore (brossurato a 18,50€):
Armadale è un nome, ma il romanzo non è la storia del personaggio che lo porta. È piuttosto la storia del nome stesso, anzi del mistero che vi si cela. Perché sono quattro gli Allan Armadale coinvolti nella vicenda, due padri e i rispettivi figli: opera del destino o del caso? Quando l'anziano Allan Armadale, in punto di morte, affida a una lettera una confessione terribile, non immagina nemmeno lontanamente le ripercussioni che ne seguiranno: il segreto che rivela coinvolge la misteriosa Lydia Gwilt, tentatrice dai capelli rosso fuoco, bigama, dipendente dal laudano e avvelenatrice di mariti. I suoi maliziosi intrighi carburano la trama di questo dramma appassionante: una storia di identità confuse, maledizioni ereditate, rivalità amorose, spionaggio, denaro... e assassinio. Il personaggio di Lydia Gwilt orripilò i critici dell'epoca, al punto che un recensore la descrisse come "una delle donne maligne più recidive di sempre, i cui espedienti e le cui brame hanno infangato la narrativa". Resta fra le più enigmatiche e affascinanti donne del diciannovesimo secolo. Considerato tra i capolavori di Collins, Armadale, romanzo a tinte forti e pieno di suggestioni, conferma il talento dell'autore nel tessere un intreccio in maniera impeccabile.
Ringrazio tantissimo Fazi Editore per la copia digitale del romanzo, che ho preferito al cartaceo per una questione esclusivamente pratica: non ho più spazio nella libreria dedicata ai classici, e questo volume è parecchio "cicciotto".
Questo è anche il motivo per cui ci ho messo un po' a recensirlo, ma ora eccoci qui.
Wilkie Collins non mi ha delusa: mi ha fatta innamorare con "La donna in bianco" ai tempi del liceo (ma allora non lo leggeva nessuno che conoscessi quindi ben vengano le nuove edizioni dei suoi lavori, che riportano questo autore all'attenzione dei lettori) e mi ha fatta innamorare oggi con "Armadale".
Un romanzo decisamente anticonvenzionale, forse non adatto a tutti-tutti ma pronto a stupirvi se vorrete dare una chance a una lettura un po' più impegnativa.
Vorrei partire dal personaggio che in genere si affronta per secondo, quello del cattivo.
In questo romanzo, il cattivo è sicuramente IL personaggio, quello che da solo vale 800 e passa pagine di lettura. Lydia Gwilt è una donna sensuale, bigama, assassina (letteralmente) e dipendente da sostanze stupefacenti. Se vi sembra "troppo" considerata l'epoca in cui ci troviamo, vi segnalo che Wilkie Collins ha attinto dalla cronaca dei tempi per creare il personaggio di Lydia, rendendolo quindi incredibilmente autentico per movenze, atteggiamenti, voce e pensiero.
Pensiero che ci arriva direttamente dalle pagine del suo diario, che trasmettono al lettore l'immagine di una donna nervosa, egoista e, semplicemente, malvagia.
Probabilmente Lydia Gwilt è uno dei cattivi meglio riusciti della letteratura vittoriana.
Collins le dona anche un background che sì, in parte giustifica la strada oscura da lei intrapresa, ma non del tutto: è una donna profondamente sola, che è stata abbandonata da chiunque contasse davvero e trattata in modo decisamente sgradevole da chi avrebbe dovuto amarla e da coloro in cui riponeva la sua fiducia. Dalla sua voce traspaiono cattiveria ma anche ironia, disprezzo ma anche tristezza, oltre alla sua forza e alla sua determinazione.
La malvagità di Lydia Gwilt si riversa su uno dei due Allan Armadale rimasti (nel romanzo si arrivano a nominare cinque uomini portatori dello stesso nome, ma quelli in vita nel corso della vicenda sono due), quello che ha ereditato un possedimento a Norfolk, del quale sarebbe davvero utile sbarazzarsi per mettere le mani sui suoi beni.
L'altro Armandale lo troviamo con il suo pseudonimo, Ozias Midwinter (sì, si è scelto da solo lo pseudonimo e sì, ha scelto di chiamarsi così. I gusti sono gusti), e questo aiuta decisamente il lettore nel seguire una storia che altrimenti sarebbe a dir poco confusionaria.
Grazie a Fazi Editore per la copia digitale del romanzo <3 |
Ozis Midwinter verrà anch'egli trascinato nella trama di cospirazione e malvagità tessuta ai danni dell'erede del patrimonio, e vi assicuro che dopo un avvio forse leggermente lento vi troverete a divorare pagina dopo pagina, bramosi di sapere e affascinati dal personaggio di Lydia Gwilt.
I classici diventano tali per un motivo, e se Wilkie Collins merita di non finire nel dimenticatoio è per il suo humour nero che fa capolino nei momenti più impensati, per la profondità dei suoi personaggi, per la sua originalità.
Lydia vi ricorderà Iago, il celebre cattivo "figlio" di William Shakespeare, in più di un'occasione, e non lo trovo un paragone esagerato. Regge da sola tutto il romanzo, ed è appropriato visto che buona parte dell'opera è composta, come anticipavo prima, dalle pagine del suo diario.
Vi consiglio assolutamente la lettura se avete amato "La donna in bianco", se siete innamorati dell'epoca vittoriana e vi va di sbirciarne un lato oscuro meno convenzionale, se ogni tanto vi piace fare il tifo per il cattivo.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Con una cattiva così, non posso che leggerlo! Finisce in WL con tutte le sue 800 e passa pagine, anche perché io adoro i libri corposi
RispondiEliminaUn bacione