Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Una principessa in fuga" di Elizabeth von Arnim, edito da Bollati Boringhieri (brossurato a 9,50€):
La giovane principessa Priscilla è stanca della vita di corte, del protocollo, delle dame di compagnia e di tutti gli obblighi cui deve sottostare per il solo fatto di essere figlia del granduca di Lothen-Kunitiz. Così progetta la fuga da palazzo, una fuga inesorabilmente e frettolosamente anticipata non appena il granduca decide di dare Priscilla in moglie a un cugino...
Elizabeth von Arnim, dama geniale e crudele delle lettere inglesi, mette qui a segno un altro dei suoi capolavori d’ironia.
La Settimana delle Principesse inizia così, con questo romanzo dal gusto retrò che Bollati Boringhieri ha portato in Italia nel 2013, e poi di nuovo quest'anno nella veste che vedete qui sopra.
Il romanzo è stato pubblicato per la prima volta nel 1905 da Mary Annette Beauchamp, vero nome della von Arnim, ma è una lettura che ha senso fare anche nel 2015, e ora vediamo insieme perché.
Forse perché è un romanzo alla rovescia, in cui non si tratta di diventare principesse quanto di smettere di esserlo.
Priscilla infatti, principessa lo è già, ma ha un unico, grandissimo problema: la noia.
La noia provocata da una vita a corte priva di qualsiasi forma di stimolo intellettuale, dove le sue uniche fonti d'intrattenimento sono una contessa sempre malaticcia e un vecchio bibliotecario che le riempie la giovane testolina biondo fragola di idee ridicole sulla vita agreste e sulla nobiltà insita nella povertà.
Idee che in astratto funzionano, sia ben chiaro: il punto è che lei le prende alla lettera, e decide così di scappare di casa, ritirandosi nel bel mezzo della campagna inglese in quello che per lei rappresenta un locus amoenus. Compra un delizioso cottage bifamiliare a Symford e ci si rifugia insieme al bibliotecario Fritzing e alla povera Annalise, cameriera trascinata con sé dalla principessa e che, invece, a corte ci stava benissimo.
Il loro piano sembra perfetto: si spacciano per un vecchio professore in pensione con giovane nipote e domestica al seguito, e fino a qui tutto sembra poter procedere per il meglio.
Se non fosse che la nostra Priscilla è ingenua, ha una conoscenza del mondo vero pari a zero e diciamolo, a volte dà segno di grande stupidità.
La sua idea di cottage è "deliziosa residenza nel verde, circondata da rose e con il tetto di paglia", e in effetti quello che cattura la sua attenzione è esattamente così.
E poi mi casca sulla stanza da bagno: non solo vuole un bagno, ma ne vuole almeno due. In un momento e in un luogo dove ci si lavava sì e no la domenica e riempiendo un catino con qualche secchio d'acqua appena riscaldata sul camino.
Già questo semina lo sconcerto tra i compaesani, per non parlare del fatto che praticamente ogni uomo scapolo nel raggio di un paio di miglia sviluppa una colossale, stratosferica cotta per la principessa in fuga.
Al centro dei sogni amorosi più folli, vittima delle indiscrezioni delle pettegole di paese, odiata dalla cameriera (che, ripeto, non aveva nessuna intenzione di lasciare la ricca corte di Lothen-Kutiniz per finire a fare la sguattera in campagna e alla quale degli ideali di povertà e vita umile della principessa non importa un fico secco), e soprattutto sbeffeggiata dalla stessa voce narrante.
Sì, perché è questa la vera forza del romanzo: se la storia di Priscilla ha un epilogo almeno in parte prevedibile, la potenza di questo libro sta tutta nell'ironia e nel sarcasmo di Elizabeth von Arnim.
Nel suo modo sottile di deridere la propria protagonista e chi la circonda, nell'eleganza della sua prosa e nella ricchezza di descrizioni e dialoghi ben costruiti.
E' una storia moderna? Assolutamente no.
Ma è una storia capace di divertire dopo 110 anni, e questo non è da tutti.
Elizabeth von Arnim ci racconta la noia di chi ha tutto e il suo stupore di fronte al niente; ci racconta l'amore idealizzato e quello che non riesce a idealizzare l'oggetto della propria passione; ci racconta di una principessa che forse è meglio si limiti a sedere sul trono e farmi ammirare, e allo stesso tempo di una ragazza che ha il coraggio di abbandonare tutto ciò che conosce inseguendo una mera fantasia.
Consigliato a chi ama le storie dal sapore vintage ma non stantìo; a chi almeno una volta nella vita si è chiesto se fosse poi questa gran cosa, essere una principessa; a chi brama un lieto fine ma non uno perfetto perché la vita, di fatto, non lo è. Nemmeno quella di una principessa.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3
Ciao Elisa!!! Sembra davvero un romanzo carino, mi piace quest'idea della settimana delle principesse, ogni tanto ci vuole qualcosa che mi ricorda là mie bambina.
RispondiEliminaDirei che a questo romanzo si può dare una possibilità, mi incuriosisce proprio ^____^
Io sono incuriosita dal punto di vista della domestica ahahaah. Immagino già i paccheri che vorrebbe darle!!!
RispondiEliminaUna principessa che non vuole più esserlo.. la cosa si fa interessante ;-)
RispondiEliminaDa quando hai postato la foto su instagram sono curiosa riguardo questo libro. Ora, con la recensione, mi hai definitivamente convinta! Adoro le storie scritte in passato ma ancora capaci di suscitare qualcosa, che siano risate o sentimenti più cupi. Quindi si; hai cominciato col botto questa settimana delle principesse ;)
RispondiEliminane hai parlato diverse volte su instagram e ne sono rimasta colpita, specialmente in questo tuo racconto. Devo averlo!!!
RispondiEliminaAvevo già puntato questo romanzo, ma non ero convinta al massimo ed infatti non l'ho mai preso.. Ma dopo aver letto la tua recensione mi sa tanto che andrò presto ad ordinarlo xD
RispondiEliminaMi ispira soprattutto per la domestica, perché se fosse stato per lei sarebbe rimasta a casa sua :) chissà quante gliene combina
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RispondiEliminaSicuramente, questo non è il mio genere, ma ho trovato la tua recensione decisamente interessante. Mi ha incuriosita molto la storia e lo stile dell'autrice. <3
RispondiEliminaAspettavo con trepidazione la settimana delle principesse, perché chi non ha sognato di esserne una anche solo per una sera? Questo libro mi piace, mi piace l'idea della principessa che non vuole più esserlo, dell'autrice che riesce ad essere ironica sulla sua stessa protagonista... Sono molto curiosa e finisce in WL! Baci
RispondiEliminaPotrebbe piacere anche a me! ^.^
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