giovedì 26 novembre 2015

"Alzaia" di Erri De Luca

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Alzaia" di Erri De Luca, edito da Feltrinelli (brossurato a 7€):
L'alzaia è la fune che serviva a tirare dalla riva di fiumi e canali chiatte e battelli controcorrente. E qui è la corda che trascina pensieri, frasi, spunti, accadimenti. "Alzaia" diventa così un prezioso quaderno di riflessioni, un esercizio per non perdere la memoria. Si procede per "voci" in ordine alfabetico come in un vocabolario. Voci come Agguati, Compiti, Confini, Emigranti, Esecuzioni, Indifferenza, Maternità, Nuvole, Operai, Ricordo, Rondine, Sazietà, Sono io. Testimoni, Vacci piano, Yiddish, Zingari. E in ogni voce c'è un dettaglio, un segmento di verità, un appunto da non dimenticare. Walter Benjamin, scrive De Luca, "immaginava di scrivere un libro di sole citazioni, il cui senso fosse dato dall'accostamento, il cui valore d'autore risultasse dal montaggio. Questo libretto, "Alzaia", che ammucchia frasi lette e vi appende un commento, è seguace di quell'intuizione".

Non è un romanzo e non è nuovo, anzi.
La mia copia arriva dritta dritta dallo scambio-libri di quartiere (ma vi ho lasciato l'immagine dell'edizione economica, più recente e più diffusa).
Ma ogni tanto mi piace proporvi qualcosa che mi ha colpita anche se non è l'ultimissima uscita, e quindi oggi parliamo di Erri De Luca in veste di giornalista.

Il volumetto raccoglie infatti gli articoli che scrisse per il quotidiano "Avvenire" dal 2/4/1996 al 31/7/1996: articoli su letteratura, filosofia, storia e cultura in generale che ho letto con interesse anche oggi.
E continuo a pensare che De Luca sia una penna migliore in veste di giornalista, piuttosto che di romanziere: a oggi, questo è il suo libro che mi è piaciuto di più, e mi è piaciuto tanto.
La mia copia è l'edizione del maggio 1997
Con un'ottima prosa, scorrevole e priva di fronzoli, De Luca va dritto al punto senza che però questo renda l'articolo privo di sentimento.
Riesce a essere diretto ma non freddo, cosa assolutamente non comune.
Parla di poesia, narrativa e filosofia con la voce del giornalista ma soprattutto dell'appassionato, creando così un legame anche con il suo lettore, che rivede nel pensiero di De Luca anche un po' di se stesso.
Pur trattandosi di articoli di giornale, sono PIENI di bellissime frasi, che sono un po' il marchio di fabbrica di De Luca: se c'è una cosa che gli riesce davvero bene sono quelle frasi che ti restano nel cuore  nella testa, e ti ricordi a distanza di mesi, se non anni.
Come ad esempio questa, una delle mie preferite:

"Cerco nei libri la lettera, anche solo la frase che è stata scritta per me e che perciò sottolineo, ricopio, estraggo e porto via. Non mi basta che il libro sia avvincente, celebrato, né che sia un classico: se non sono anch’io un pezzo dell’idiota di Dostoevskij, la mia lettura è vana. Perché il libro, anche il sacro, appartiene a chi lo legge e non per il diritto ottenuto con l’acquisto. Perché ogni lettore pretende che in un rotolo di libro ci sia qualcosa scritto su di lui…"

Non è da tutti emozionare così anche in un contesto non narrativo, e quindi io non solo vi consiglio il libro, ma vi dico di andare a caccia di questo volumetto in libreria o tra bancarelle e mercatini, passando magari anche per Libraccio perché è sicuramente un titolo da scoprire se vi fosse sfuggito!

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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