venerdì 30 ottobre 2015

"Le bugie degli altri" di Kimberly McCreight

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Le bugie degli altri" di Kimberly McCreight, edito da Nord (rilegato a 16,90€):
"Non ce la faccio". Quando supera il nastro giallo della polizia, Molly Anderson cerca di prepararsi a ciò che si troverà davanti agli occhi: il corpo di un bambino appena nato, abbandonato nei boschi che circondano la cittadina di Ridergale, nel New Jersey. "Non ce la faccio", si ripete, cercando di scacciare dalla mente le immagini di una tragedia che continua a tormentarla. Tuttavia il suo ruolo di giornalista le impone di mettere da parte i sentimenti personali e osservare i fatti con freddo distacco. Non accade spesso che Ridergale sia coinvolta in un caso di cronaca nera, e questa è l'occasione che lei aspettava da tempo. Perciò si getta a capofitto nel lavoro e, durante le ricerche, s'imbatte in un articolo di vent'anni prima, riguardante un ragazzo morto nel luogo esatto in cui è stato scoperto il neonato. Convinta che non si tratti di una coincidenza, Molly decide di indagare, tuttavia ben presto si renderà conto che riportare alla luce quella vecchia storia è come spargere sale su una ferita aperta nel cuore della cittadina. Perché lei non è l'unica a convivere con un passato doloroso. E alcuni nascondono segreti molto pericolosi...

Ringrazio moltissimo Nord per la copia cartacea del romanzo, arrivata a sorpresa e che ho iniziato subito, perché Kimberly McCreight mi aveva conquistata con "La verità di Amelia" (uscito questo mese in edizione economica, nel caso voleste dargli un'occhiata) e speravo davvero in un altro suo romanzo.
In questo ho ritrovato parte di ciò che ho amato del suo stile nel romanzo precedente, con mia grandissima gioia, ma andiamo con ordine.

Data la natura della storia, più che parlarvi della trama vorrei concentrarmi su altri tre aspetti.
Innanzitutto i personaggi che popolano questo romanzo, che sono da un lato volutamente "comuni" ed estremamente realistici, ma dall'altro presentano un lato nascosto in grado di affascinare ed incuriosire il lettore.
Prendiamo Molly: Molly è una giornalista da tempo in attesa della sua occasione. Nella cittadina di Ridergale non succede mai nulla degno di nota, quindi quando finalmente si presenta l'occasione di scrivere un pezzo di risonanza nazionale Molly è al settimo cielo.
Se non fosse che il "caso" di cui parlare tocca un nervo scoperto, e questo le rende difficile restare lucida ed obbiettiva.
Molly ha infatti perso un bambino, e solo l'idea di un neonato abbandonato nel bosco la fa star male.
Kimberly McCreight ha fatto un bellissimo lavoro con questo personaggio, mettendone in luce punti di forza e debolezze, e portando il lettore a provare una forte empatia per chi, come lei, deve superare il suo dolore personale per riuscire ad essere professionale: è sicuramente un personaggio nel quale ci si può immedesimare, e questo lo rende "vero".

Molly a Ridergale non ci è nata e cresciuta, ma vi si è trovata solo di recente: si trova perciò immersa nelle ricerche fino al collo, fino a scoprire che nello stesso luogo vent'anni prima fu ritrovato il cadavere di un ragazzo.
Una coincidenza troppo singolare perché passi inosservata, e a Molly basta davvero poco per capire quanto la tranquilla cittadina di Ridergale sia in realtà ricca di segreti, alcuni molto pericolosi.

Non è solo Molly a raccontarci la sua storia, però: oltre a quello della giornalista, infatti, abbiamo altri due punti di vista: Sandy, una ragazzina nata nella zona sbagliata della città, che è cresciuta con il fardello di una madre "scatenata", Jenna, da tenere sotto controllo, la quale è misteriosamente scomparsa.
Da un lato la ragazza crede che possa essere insieme ad un nuovo uomo, l'ultimo della serie, e che quindi non ci sia troppo da preoccuparsi, ma dall'altro non riesca a scacciare la sensazione che potrebbe esserle successo qualcosa di terribile.
Abbiamo poi, in quello che trovo uno splendido gioco di opposizioni e contrasti, il personaggio di Barbara, ovvero tutto ciò che Jenna non è: una madre attenta, (anzi, fin troppo) completamente concentrata sui figli, Hannah e Cole.
Una madre che pensa a tutto, con la quale condividere tutto e alla quale raccontare tutto: per me che sono estremamente riservata sarebbe una sorta di incubo, però ho apprezzato moltissimo il gioco di specchi che si viene a creare.
Molly rappresenta la maternità mancata, Jenna quella non vissuta e Barbara quella ossessiva: tre donne molto diverse, e in tutt'e tre sono riuscita a trovare qualcosa di me stessa.
Oltre a personaggi efficaci, Kimberly McCreight propone nuovamente la struttura composita che mi aveva fatto apprezzare così tanto il suo precedente romanzo: la narrazione, sia in prima che in terza persona, è inframmezzata da stralci di articoli di giornale, trascrizioni di sedute di terapia, pagine di diario, e questo mette il lettore nella posizione di chi può giocare al detective, elaborando teorie e provando a capire prima di Molly che cosa sia successo in quel bosco.
La prosa è scorrevolissima, al punto che ho trovato difficile interrompere la lettura, avvinta com'ero dal costante susseguirsi di colpi di scena e capovolgimenti di trama che caratterizza l'intero libro.

Un'ottima seconda prova, a metà tra il giallo e il thriller psicologico, che non posso far altro che consigliare non solo a chi avesse letto e apprezzato "La verità di Amelia", ma anche a chi ancora dovesse scoprire quest'autrice e fosse in cerca di una lettura coinvolgente e piena di risvolti inaspettati.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento:

  1. La trama mi piace, la tua recensione mi fa venire una voglia matta di leggerlo, ma anche io ho pensato "non ce la faccio".... Perché faccio veramente fatica a leggere di bambini, mi immedesimo troppo. Un bacio grande

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