venerdì 18 settembre 2015

"L'età adulta" di Ann-Marie MacDonald

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "L'età adulta" di Ann-Marie MacDonald, edito da Mondadori (brossurato a 22€):
Non c'è nessun aspetto della vita di Mary Rose Mac-Kinnon che non sia frutto di una scelta ben precisa. Non ha niente di cui lamentarsi o di cui essere grata. Ha fatto outing quando l'omosessualità era ancora classificata come una malattia mentale dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, ha contribuito a cambiare il mondo e tutto s'è aggiustato al punto che, dopo una vita da bohémien e diversi romanzi di successo, adesso può starsene al tavolo della sua cucina con la figlioletta di due anni e un figlio da riprendere a scuola, legalmente sposata a una donna che ama, e può tranquillamente sentirsi in trappola come una casalinga degli anni Cinquanta. Mary Rose sembra definitivamente approdata all'età adulta fino a un normalissimo mattino d'aprile quando si alza con lo stesso dolore al braccio di cui aveva sofferto nell'infanzia. Ora riemerge improvviso nell'ansia per la visita dei genitori con cui non si è mai riconciliata del tutto dal giorno del suo Coming out. La violenza del sintomo dimenticato riattiva una memoria a lungo nascosta. Perché quel male per anni non era stato curato? Cosa le era successo da bambina? Lo spettro di un segreto familiare non chiarito inizia a crescere nella testa di Mary Rose rischiando di mettere a repentaglio tutta la vita che ha costruito.

Anche stavolta devo ringraziare Mondadori, non solo per la copia del romanzo, ma soprattutto per la possibilità di incontrare e intervistare l'autrice.
Ann-Marie MacDonald è un'artista a tutto tondo, capace di lavorare in teatro, in tv e scrivere ottimi romanzi, ed è stato davvero interessante conoscerla e rivolgerle qualche domanda sul libro e sulla sua carriera.

Ed è dal libro che vorrei partire, perché è un romanzo in cui Ann-Marie MacDonald ha messo molto di se stessa, e che i fan dell'autrice non possono lasciarsi sfuggire.
Per chi invece non la conoscesse è senza dubbio un buon punto di partenza.
Una storia molto complessa, dalle molteplici sfumature e chiavi di lettura, che ci porta a riflettere su diversi temi.

Primo tra tutti l'omosessualità: Mary Rose e Hilary, sua moglie e madre biologica di uno dei due figli, conducono una vita come tante altre. Hil viaggia per lavoro e Mary Rose è una mamma a tempo pieno, alla prese con i bambini che scorrazzano dappertutto, il cane che abbaia senza motivo, il telefono che la interrompe...
E' tutto profondamente "banale", ed è proprio questo il punto, perché più conosciamo Mary Rose e più ci rendiamo conto di quanto questa ricerca di normalità e di una confortante banalità sia stata un elemento costante nella sua vita.

Cresciuta spostandosi con la famiglia da una base militare all'altra, Mary Rose è sempre stata "quella nuova". Il suo modo, a mio parere bellissimo, di dire come la faccia sentire avere avuto così tanti compagni di scuola, è emblematico: per lei, tutte quelle persone che ha incontrato e che si è lasciata indietro nel corso della vita, sono rimaste sempre bambine. Non ne esiste una versione adulta, nel mondo di Mary Rose. Pensate ai bambini con cui avete giocato per un'estate intera in vacanza da bambini e poi non avete più rivisto, e vi renderete conto che è così per tutti: tutti abbiamo persone che nella nostra sfera personale non sono mai cresciute.

Oltre a essere quella nuova, Mary Rose è anche una sopravvissuta: dei sette figli partoriti dalla madre Dolly, infatti, son tre sono diventati grandi.
E questo è un altro sentimento che Ann-Maria MacDonald esplora nel suo romanzo, il senso di colpa del sopravvissuto. L'idea di dover essere la figlia migliore, la compagna migliore, la madre migliore, solo per giustificare il fatto di essere sopravvissuta. per poter dire "Hai visto, mondo? Io me lo merito, di stare qui".

La consapevolezza dell'omosessualità arriva in un momento in cui è ancora considerata una "malattia", e a livello famigliare la rivelazione della sua natura ai genitori va a spezzare le dinamiche a cui tutti i membri della famiglia erano così abituati.
Attraverso i ricordi di Mary Rose e i flashback in cui scopriamo la storia della madre Dolly, Ann-Marie MacDonald non ci racconta solo una storia, ma tre.
Quella di una donna che forse ha bisogno di diventare adulta per poter imparare davvero a fare la figlia, quella di una madre che sta perdendo se stessa a causa della demenza senile ma che noi conosciamo proprio tornando indietro, e quella del loro rapporto: complesso, profondo e pieno di contraddizioni come solo quello tra madre e figlia può essere.
Bellissima la copertina "continua" fronte e retro <3
Ad accomunarle è proprio il fatto di essere entrambe madri, e il libro è pieno di parallelismi ed elementi che si richiamano l'un l'altro.
Va letto con attenzione e dando tempo alla storia di farsi assorbire davvero, ma è di sicuro un romanzo in grado di coinvolgere a fondo il lettore.
C'è tanto che vorrei dire e non posso perché farei degli spoiler grandi com grattacieli, però c'è una cosa che va detta: è un romanzo fatto di dettagli.
Non ce n'è uno solo fuori posto in tutto il libro, e da ogni dettaglio apparentemente banale scaturiscono ricordi, riflessioni, discussioni esattamente come nella vita reale.

Se seguite il blog saprete ormai che io con ironia e sarcasmo vado a nozze, quindi non vi sorprenderà sentirmi dire che ho amato l'uso che Ann-Marie MacDonald fa dell'ironia.
Anche in un contesto drammatico, e anzi forse è proprio in quel momento che serve, quando sembra che vada "tutto male". Serve a realizzare che si può ancora ridere, e che spesso c'è una briciola di ridicolo anche nella tragedia.

Si parla di amore in ogni sua sfumatura, si parla di madri e di cosa voglia dire esserlo davvero, e si parla di ricordi.
Quanto i nostri ricordi dicono di noi, e chi siamo noi senza i nostri ricordi?
La demenza della madre è ciò che innesca in Mary Rose un bisogno quasi spasmodico di ricordare e ripercorrere la sua vita intera, in un tentativo maldestro (e ovviamente inutile) di compensazione, o di rifugio. Troviamo quella convinzione disperata che comprendendo appieno il passato allora il presente e il futuro diventeranno chiarissimi, quando è evidente che non funzioni così.
E se ne renderà conto anche Mary Rose.

Consigliato alle madri, perché comprenderanno Mary Rose fino in fondo; alle figlie perché anche a fare le figlie "si impara"; a chi ama le storie di famiglia; a chi cerca sempre nuovi spunti di riflessione.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

2 commenti:

  1. Non so ancora se può fare per me, ma mi hai stuzzicato ;)

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  2. Stuzzicata (e molto) anch'io.... Dovresti scrivere un avviso all'inizio del blog: attenzione la lettura dei post nuoce gravemente al portafoglio!!! Bacioni Eli

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