mercoledì 22 luglio 2015

"Un semplice gesto di tenerezza" di Akli Tadjer

Buon pomeriggio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Un semplice gesto di tenerezza" di Akli Tadjer, edito da Garzanti (rilegato a 14,90€):
Ci sono mattine in cui ci si sveglia felici. Bastano poche cose, come un raggio di sole che solletica gli occhi e una tazza di caffè fumante che aspetta in cucina. Queste sono lemattine in cui Adèle Reverdy adora girare per Parigi tra i vicoli stretti pieni di botteghe e bistrot. Eppure sente che nella sua vita c'è qualcosa che le manca. O meglio qualcuno. Qualcuno con cui passeggiare lungo la Senna abbracciati. Qualcuno con cui condividere tanta bellezza. Per lei non è mai stato facile trovare un fidanzato. Un po' perché è timida e imbranata e un po' perché il suo è un lavoro piuttosto imbarazzante: lavora nell'agenzia di pompe funebri della sua famiglia. 
Ma alla festa del suo trentesimo compleanno, mentre il tramonto incendia Montmartre, inaspettatamente incontra il sorriso di Léo. E si sente come se una luce nuova le avesse finalmente trapassato il cuore. Léo è un ex artista di strada che a causa di un incidente ha perso la vista. Ed è per questo che ha una sensibilità speciale, che va oltre la superficie, dove si nascondono i sentimenti più profondi. Lui riesce a capirla come nessun altro. Ogni suo gesto, ogni sua carezza le raccontano qualcosa della sua anima e della tenerezza di un abbraccio. Con Léo, Adéle si sente forte come non lo è mai stata. 
Tanto forte da lottare per tutto quello che ha conquistato. Perché anche l'amore più vero e profondo deve superare degli ostacoli. Deve dimostrare al mondo la sua unicità. Deve essere protetto come la cosa più rara e preziosa che ci sia.

Questa è una lettura di gruppo, fatta insieme a Simona, Katia e Cristina.
Mano a mano che recensiranno inserirò i link ai loro post.

Ma veniamo al romanzo, che mi incuriosiva moltissimo per la sua insolita ambientazione.
Insomma, quando pensiamo a un'eroina romantica non ce la immaginiamo impresaria di pompe funebri.
E invece Adéle è proprio questo: tutta la sua vita ruota attorno alla morte.
Ha una bara adibita a guardaroba, legge riviste di settore nel tempo libero e nelle poche occasioni in cui ha provato ad uscire dal suo guscio e andare a degli appuntamenti si è vista respingere anche a causa della sua professione.
Tutto cambia alla sua festa di compleanno, quando conosce Léo: cieco, di carnagione molto più scura della sua e che fa il massaggiatore alle Terme del Paradiso.
Adéle, sempre insicura riguardo il proprio aspetto fisico, con Léo si lascia andare completamente, per poi sentirsi presa in contropiede quando a lui si prospetta la possibilità di recuperare la vista grazie ad un complesso intervento chirurgico.
La vorrà ancora, quando la vedrà?
Questo romanzo mi è piaciuto per molti aspetti, mentre mi ha leggermente delusa per altri.
Mi è piaciuta la scelta di Tadjer di ambientazioni insolite e di personaggi fuori dall'ordinario.
Sono cose che cerco sempre nei libri che leggo, e sono rimasta piacevolmente sorpresa da molte sue scelte.
Mi è piaciuto molto Léo, perché è una persona che non si lascia fermare dalla sua disabilità, che vive una vita tranquilla ma soddisfacente, e che riesce a veder tutto ciò che di buono c'è in Adéle che sembra sfuggire al resto del mondo.
La migliore amica di Adéle è esilarante, ed è l'amica che in molte vorremmo avere, nonché a volte il lume della ragione che rimette Adéle in carreggiata.

Però ci sono alcune cose che proprio non riuscita a mandare giù.
Innanzitutto vorrei precisare che Léo NON ERA UN ARTISTA DI STRADA come dichiarato sulla copertina, ma un trapezista.
Era una stella del circo, e non è esattamente la stessa cosa.
Mi fa pensare che chi ha redatto la quarta di copertina non abbia letto il volume (male) o che abbia volutamente presentato il personaggio in modo diverso perché "trapezista suona male" (anche peggio).

Ma restando sul romanzo in sè, ci sono alcune tematiche importanti che vengono introdotte e poi sviluppate a metà, o in modo non soddisfacente.
Tutto il discorso sull'amore che vede oltre l'aspetto fisico l'ho trovato un po' banale, e soprattutto: se Léo di colpo vedesse Adéle e non la trovasse attraente, sarebbe così sbagliato se se ne andasse?
O deve restarle accanto per forza per senso di riconoscenza?
Questo non è amore, è un ricatto emotivo.

Tutto il personaggio di Adéle mi ha convinta sì e no: ho trovato che la relazione con Léo non la rendesse più forte, solo più gelosa ed irrazionale.
Passa buona parte del tempo a lamentarsi del suo aspetto fisico, ma di fatto non fa nulla per cambiarlo.
Le riconosco però di essere una persona con i piedi per terra (per buona parte del libro) per quanto riguarda il suo lavoro, che svolge con grande professionalità.

Ho trovato inquietante e di cattivo gusto tutta la storia di Arthur (dipendente di Adéle) e della "sua" lapide: non ci ho visto nulla di romantico, solo un qualcosa di morboso che mi ha messo un'ansia incredibile addosso.

Detto questo, il romanzo è ben scritto dal punto di vista della forma, e si legge in fretta perché molto scorrevole.
Sono solo tre stelline su cinque, però, perché sebbene pieno di buoni spunti trovo che questi non siano stati poi sviluppati a dovere, e che il finale sia stato davvero appiccicato lì.
Chissà se alle mie compagne di lettura il libro piacerà di più ;)

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

8 commenti:

  1. Ciao cara, il libro mi ha incuriosito molto appena uscito, anche la copertina ha attirato la mia attenzione, la reputo bellissima, ma ti dirò che ho qualche perplessità, non è semplice leggere di queste tematiche forti e non vorrei rovinare il mio umore un po altalenante. xD Lo so in questi casi sono una fifona, perciò non vorrei nulla di depressivo xD, cosa ne dici? Questo libro fa o no per me? Un bacione <3 La Rapunzel dei libri

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    1. Non è un libro deprimente, anzi.
      Non ha un finale drammatico e non ci sono scene particolarmente tristi.
      Però nel complesso non mi ha trasmesso molto, a livello emozionale.
      È un libro curioso, questo sì.
      Per molti versi è originale.
      Se non vuoi nulal di deprimentr però va bene, perchè è pieno di scene dense d'ironia e come ti dicevo non è un romanzo straziacuore e strappalacrime ;)

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  2. Che dire? Anche io ho provato le stesse sensazioni,ma devo dire che mi è piaciuto. Come sempre gran bella recensione.Un bacio ;)

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    1. Non è un brutto libro, tant'è che l'ho letto quasi d'un fiato.
      Sicuramente è sufficiente, però mi ha lasciato questa sensazione di incompiuto che non sono riuscita a scacciare via.
      Vorrei leggere altro di Tadjer perchè la sua prosa è impeccabile, e per farmene un'idea più precisa :)

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  3. Ely la pensiamo uguale su tutta la linea!! Io ho gia preparato la recensione che uscirà domani, e ho detto anche che a mio giudizio la trama è fuorviante! Quando mai si è vista Adele fare lunghe passeggiate sulla Senna o per i vicoletti di Parigi? -.-"
    E vogliamo parlare di Leo artista di strada? Mi sa che i libri non li leggono, mi sta sorgendo questo dubbio XD

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    1. Sì, è brutto da da dire ma secondo me hanno volontariamente indorato la pillola.
      L'hanno voluto vendere come libro con una protagonista romantica che passeggia sognante per Parigi (e invece no) e con l'idea dell'artista di strada diventato cieco (ma non è un artista di strada ma un artista circense).
      Una miserissima manovra di marketing, e la lettura mi ha lasciata un po' perplessa.
      Domani inserisco il link alla tua recensione!
      <3

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  4. La copertina è bellissima, però questa cosa della trama fuorviante la trovo veramente fastidiosa... Un bacio

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    1. Sì, stavolta Garzanti mi è scaduta molto. Peccato, perchè presentato innun altro modo almeno sarebbe stato un prodotto editoriale coerente. Qui non si passeggia sognanti lungo la Senna, e non ci si in amora di artisti di strada. Non è assolutamente il libro presentato nella trama, e anche se io non lo boccio del tutto di sicuro boccio chi ne ha gestito il lancio sul mercato. Non si fa così.

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