sabato 7 maggio 2016

"Seeker" di Arwen Elys Dayton [BlogTour]

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è la mia tappa del blogtour di "Seeker" di Arwen Elys Dayton, edito da Sperling&Kupfer (rilegato a 18,90€):
Benvenuti nel mondo di Seeker! 
Essere Seeker è un onore, una missione, un destino, che la giovane Quin Kincaid, oltre ad averne diritto per nascita, ha saputo conquistare e meritarsi. È tutta la vita che si prepara a questo momento e finalmente è arrivato. A mezzanotte, alla Pietra Sacra, Quin pronuncerà il giuramento, come molte generazioni della sua casata prima di lei. Allora sarà una Seeker, condividerà con i suoi antenati i nobili doveri che questo comporta e potrà combattere al fianco dei suoi compagni, Shinobu e John - il ragazzo di cui è innamorata nonché suo migliore amico - per rendere il mondo un posto migliore. Insieme, porteranno la luce nel cuore delle tenebre e le loro imprese entreranno nella leggenda. Il futuro di Quin è già scritto. Ed è semplicemente glorioso. Ma, subito dopo la cerimonia, cambia ogni cosa. Perché essere un Seeker non è quello che Quin credeva. E non lo è nemmeno la missione, la sua famiglia, i suoi amici, il ragazzo che ama... È tutto una terribile menzogna. Ormai però è troppo tardi per tornare indietro.

La mia tappa vi offre la possibilità di conoscere meglio Arwen Elys Dayton, l'autrice di "Seeker", che ha gentilmente risposto alle mie domande per voi:

1) Come descriveresti SEEKER in meno di venti parole?
Che te ne pare di ventisette?
In un prossimo futuro, quattro adolescenti vengono addestrati per quello che credono essere un nobile scopo, ma in realtà le loro famiglie li stanno trasformando in assassini.

2) Come ti è venuta l’idea di utilizzare degli animali per rappresentare ogni casa Seeker, e cosa ti ha fatto pensare “Ok, sceglierò l’aquila per Shinobu” o “Sì, il montone è perfetto per Quin”?
I Seeker esistono da secoli, in Scozia come nel resto d’Europa e persino in posti ancora più lontani. La scelta circa quale emblema avrebbe rappresentato al meglio ogni singola famiglia è stata in parte basata sulle sensazioni trasmessemi dai tre protagonisti, in parte dalle origini delle loro famiglie.

3) Non c’è un solo personaggio scontato nel tuo romanzo, a cominciare dalla loro nazionalità ed aspetto fisico. Per esempio, mi ha affascinata la descrizione di Shinobu, mezzo scozzese e mezzo giapponese. C’è una scelta precisa dietro, o è semplicemente successo durante la stesura del romanzo?
Sono cresciuta in un collegio a Nord-Ovest degli Stati Uniti. Per la maggior parte della mia infanzia, i miei amici sono stati bambini e ragazzini che provenivano non solo da ogni parte degli Stati uniti ma da tutto il mondo, e molti di loro presentavano i tratti di più di un’etnia. per me rappresentava la normalità.
Avevo una compagna di stanza giapponese e molti amici giapponesi al liceo, e a un certo punto ho persino avuto una bella cotta per un ragazzo giapponese. Quello è stato sicuramente un fattore che ha influito nel mio scegliere quella giapponese come una delle due etnie d’origine di Shinobu.

4) Hai un personaggio preferito, o li ami tutti allo stesso modo?
Io provo ad amarli tutti allo stesso modo, ma Maud è forse il personaggio che preferisco, a pari merito con Quin. Adoro quanto Maud sia differente da tutte le persone incontrate in vita mia, e amo quanto Quin sia simile a tante persone che invece ho conosciuto - idealiste, ma deluse.
Sono basati su, o ispirati a, persone reali?
Sì e no. Gli scritturi rubano qua e là, da tutti! Da quella persona prendono l’umore, da quell’altra l’aspetto, da un’altra la tendenza ad essere gelosa o un’imbarazzante esperienza risalente al liceo. Ma alla fine i personaggi diventano persone a sé stanti, separati da chi li ha eventualmente ispirati.In più, quando scrivi una serie, a un certo punto i personaggi iniziano a dirti cosa faranno, anziché il contrario.

5) Le armi straordinarie che descrivi nel romanzo mi hanno incuriosita moltissimo. 
Puoi dirci qualcosa in più al riguardo?
Le armi dei Seeker sono antiche ma posso fare cose impossibili per quelle moderne.
La frustospada assomiglia ad una frusta quando “a riposo”, ma può essere trasformata in una spada. Cambiando il modo in cui viene impugnata si può modificare la forma della lama, e può replicare l’azione di ogni spada o coltello che l’utilizzatore riesca ad immaginare.
Possiede anche la peculiare proprietà di non ferire chi la maneggia: nonostante possa letteralmente affettare il tuo nemico, la lama della tua frustospada si “fonderà” in modo indolore sulla tua pelle senza ferirti.
La seconda arma, il disgregatore, è invece un incubo. Si indossa sul petto, e ricorda un piccolo cannone di metallo iridescente, con centinaia di fori lungo la sua canna.
Il disgregatore emette migliaia di scintille elettriche, in grado di circondare la testa della vittima, nutrendosi della sua energia e usando quest’energia per farla impazzire. I pensieri della vittima sono fuori controllo e si ritorcono letteralmente contro di lei. E’ l’arma che i Seeker temono di più. e buona parte del loro addestramento è volto a evitare che diventino vittime di quest’arma.
Impariamo di più sull’origine di queste armi quando seguiamo Quin nella sua ricerca di informazioni sul passato della sua famiglia.
6) Se tu potessi scegliere di diventare un Seeker, vorresti essere una di loro, e se sì perchè?
Sì… Se potessi essere un vero Seeker, il Seeker che Quin si aspetta di diventare. Chi non vorrebbe poter viaggiare ovunque grazie ad antichi strumenti e rendere il mondo un posto migliore, aiutando chi si trova in difficoltà? Ma ovviamente sarei terrorizzata di diventare il Seeker che il padre di Quin vuole forzarla ad essere.

7) Dietro la creazione di un mondo così diverso c’è sicuramente un intenso lavoro di ricerca. Ho letto che hai viaggiato molto, recandoti a Londra, a Hong Kong e in Scozia: era per cercare di catturare l’atmosfera dei luoghi al meglio, e ti ha effettivamente aiutata nella stesura della storia che sarebbe diventata SEEKER?
Il mondo di SEEKER vede la combinazione di elementi antichi e di un’ambientazione futuristica, e il mix di antico e moderno è sempre stato uno degli elementi alla base della serie.
Andare in Scozia e a Hong Kong mi ha aiutata a “catturare” l’essenza tattile e visiva di quei due luoghi così differenti - la Scozia, una terra che sembra non essere cambiata granché nel corso dei secoli, e Hong Kong, che invece sembra cambiare di continuo.
Sicuramente visitarli mi ha anche permesso di comprendere meglio la geografia dei luoghi che avevo scelto per ambientare parti della mia storia. A Hong Kong avevo per esempio creato un ponte che attraversasse Victoria Harbor e dovevo decidere dove collocarlo.
Abbiamo poi l’esempio del velivolo che sorvola Londra seguendo uno schema di volo preciso, e quando ho visitato la città ho potuto vedere con i miei occhi il suo percorso e che punti della città toccasse.
Quando visito un posto in veste di “ricercatrice” mi piace indossare una videocamera GoPro sulla fronte e riprendere ciò che vedo. E’ un po’ imbarazzante, ma quando torno a casa e rivedo i filmati mi sento come se avessi catturato qualcosa attraverso gli occhi dei miei personaggi.
8) Facciamo un passo indietro nel tempo: come e quando hai iniziato a scrivere? Ci sono stati un libro, o un particolare momento che ti hanno spinta a farlo?
Ho iniziato a scrivere storie di fantascienza quando avevo circa sette anni. Le scrivevo nel mio quaderno, e poi costringevo i miei compagni a sedersi ed ascoltarmi mentre le leggevo ad alta voce. La mia storia più importante riguardava un principe proveniente da un altro pianeta venuto sulla terra per salvare la sua sorellina, dimenticata sul nostro pianeta dopo una visita segreta della famiglia reale. Non so per certo come mai la famiglia fosse così distratta, o perché fosse proprio il principe a dover venire a salvare la sorellina, ma apparentemente per me aveva senso e nessuno dei miei compagni si è mai lamentato.
Non molto tempo dopo, ho iniziato a leggere un sacco di romanzi fantasy e di fantascienza, a cominciare dalle Cronache di Narnia, proseguendo con Il signore degli anelli e arrivando ai lavori di Ray Bradbury e Kurt Vonnegut, senza dimenticare la serie Dune o sostanzialmente ogni libro che riguardasse i draghi. Tutte queste letture prevedevano che continuassi a sognare altri mondi, e credo di non avere mai smesso.

9) SEEKER diventerà un film: sei emozionata, o sei soprattutto preoccupata all’idea di non sapere cosa ne sarà della tua storia o dei tuoi personaggi?
Quando cedi i diritti cinematografici connessi al tuo romanzo, è un po’ come se tu facessi una preghiera. Devi lasciar andare la tua storia, e sperare di aver scelto le persone giuste alle quali affidarla. Incrociamo le dita!

E anche io vi propongo un estratto dal romanzo, che chiude la nostra staffetta di lettura.
La mia è la sesta parte quindi assicuratevi di averle lette tutte dalla prima all'ultima!
Spero vi sia piaciuto leggere con noi le prime pagine di "Seeker", e che vi abbia incuriosito a sufficienza!
E forse era così, forse si tratteneva per davvero. Era inverno, Quin aveva le guance in fiamme, gli occhi scuri brillavano per lo sforzo della lotta mentre si muoveva agile con la spada in pugno.
L’aveva colpito con forza e John era caduto. O forse si era lascia­to colpire, perché tanto non gli importava di cadere. Immaginava di rotolare sul pavimento con lei... Poi lo scontro era finito ed erano rimasti lì a fissarsi nell’area di allenamento, il respiro affannoso.
Alistair li aveva congedati e John era uscito dal fienile tutto stordito. Riusciva a pensare solo ad allontanarsi il più possibile da lei. Non vedeva nemmeno dove andava. Davanti agli occhi aveva solo Quin. Era sopraffatto dal desiderio di stare con lei.
Si era fermato sul retro del fienile, nascondendosi dietro i tronchi degli alberi spogli. E si era appoggiato al muro di pietra, avvolto in una nuvola del suo stesso respiro.
Non voleva sentirsi così. Quante volte la madre l’aveva messo in guardia dall’amore. «Amare significa porgere il fianco a un pugnale», gli aveva detto tanti anni prima. «Amare profondamente significa prendere quel pugnale e conficcarselo nel cuore.» L’a­more non era contemplato in nessuno dei suoi progetti. Ma come si poteva programmare una cosa del genere? Non desiderava solo la bellezza di Quin... No, John voleva tutto di lei: la ragazza che gli parlava, che si mordeva il labbro quand’era concentrata, che sorrideva quando passeggiavano nella foresta.
Aveva premuto la guancia contro la pietra fredda del muro, il cuore che batteva all’impazzata, nel disperato tentativo di toglier­sela dalla mente.
E poi lei era sbucata dall’angolo del fienile, a pochi metri da lui. Camminava verso la foresta e guardava dritto davanti a sé, negli occhi il suo stesso stordimento. I loro sguardi si erano incrociati e d’improvviso John aveva capito: lo stava cercando.
L’aveva afferrata per la manica del cappotto e tirata a sé. E le braccia di Quin l’avevano subito stretto. Nessuno dei due aveva ancora dato il primo bacio, ma d’improvviso John aveva premuto le labbra sulle sue. Quin era calda e morbida... e ricambiava il bacio.
«Speravo tanto che lo facessi», gli aveva sussurrato.
John allora avrebbe voluto rispondere con parole romantiche e misurate, come: «Sei bellissima». Invece dalla bocca gli era uscita una verità più profonda: «Ho bisogno di te. Non voglio stare da solo... Ti amo, Quin».
E si erano baciati ancora.
Poi un rumore improvviso di rametti schiacciati: qualcuno si avvicinava. Alistair. Il suo passo era inconfondibile.
Si erano subito spinti via l’uno dall’altra. Mentre l’uomo spun­tava da un lato del fienile, Quin spariva dietro l’angolo opposto, lanciando a John un ultimo sguardo.
Gli appuntamenti nella foresta erano iniziati così. Quin era quasi certa che i suoi genitori non li avrebbero approvati, perciò lei e John avevano deciso di tenere segreti i loro sentimenti. Dopo un po’, tuttavia, era stato chiaro che tutti alla tenuta sospettavano un cambiamento nel loro rapporto; John aveva colto nello sguar­do di Briac una nota ancora più fredda, e una sottile irritazione nell’atteggiamento di Shinobu.
Nel tentativo di giustificare ciò che sentiva, John si era detto che forse era proprio amore quello che sentiva, ma l’amore non poteva rivelarsi anche un vantaggio? Quando Briac avesse capito quanto si volevano bene lui e la figlia, non avrebbe forse dovuto tenere di più anche a lui? E se poi fosse riuscito a farsi concedere la mano di Quin, avrebbero anche stretto un’alleanza, giusto? Non che un’alleanza con Briac fosse in cima ai suoi desideri, ma si sarebbe potuta rivelare un modo per tenere fede alla sua promessa, almeno per un po’.
E poi, un sentimento che lo rendeva tanto felice non poteva essere negativo.
Anche adesso, mentre la stringeva fra le braccia, John si meravi­gliava di quanto lo facesse sentire bene. Quand’erano soli, riusciva persino a immaginare che lei sarebbe rimasta al suo fianco sempre e comunque. E alla fine Quin avrebbe capito, forse avrebbe capito addirittura com’era davvero il padre...
«Non voglio che ti preoccupi», le disse, obbligandola a guar­darlo negli occhi.
«Diventerò un Seeker, come te. Anche se mi ci vorrà un po’ più di tempo. È destino che tu e io restiamo insieme.» Quin si rasserenò appena. Quasi sorrise. «È destino», ripeté. «Sì, certo che lo è.» La sua sicurezza lo rincuorò. «Senti, tu sei più forte di Shinobu. Sei molto più forte anche di me. E potresti anche essere più in gamba di entrambi messi insieme. Però ci sono un paio di cose che non ti riescono proprio bene, ecco.»
«Se ti riferisci al disgregatore...»
«Certo che mi riferisco al disgregatore. Guarda che fa paura a tutti.»
«Non era solo questione di paura», spiegò John, rivivendo quei momenti.
«Non riuscivo a muovermi, capisci? Immaginavo le scintille che mi investivano e...»
«Basta!» lo interruppe in tono deciso Quin, e John si accorse di essere ricaduto in preda alla disperazione. No, doveva concentrarsi, soprattutto quel giorno. «Di sicuro non vuoi ritrovarti ad agonizzare senza più un pensiero coerente», proseguì Quin. «Ovvio che non vuoi. Eppure devi considerare il disgregatore come una qualsiasi altra arma. In combattimento ricorriamo al controllo della mente per evitarlo.»
«‘La mia mente è un muscolo sempre in tensione’», rispose John citando Alistair, che era anche il loro istruttore preferito. «Però... non sono sicuro che questo per me funzioni anche con un disgregatore nelle vicinanze.»
«Allora prova a concentrarti sul nobile scopo del nostro addestramento, su quanto siamo fortunati che sia proprio questa la nostra vocazione», insistette Quin con dolcezza. «Essere un Seeker è più grande di te o di me, è più grande delle nostre pau­re». Si stava infervorando, come accadeva spesso quando parlava dell’argomento. «Noi siamo parte di qualcosa di... eccezionale. Fa paura anche a me, sai? Ma io la paura la combatto così. E non si tratta solo dei disgregatori. Quando si va là bisogna avere il massimo controllo sulla mente, altrimenti non se ne esce.»
John si accorse di guardarla con compassione. Quin era una sognatrice, nata nella casata sbagliata, nella famiglia sbagliata e nel secolo sbagliato. Loro erano parte di qualcosa di eccezionale, questo era vero, qualcosa di più grande di loro, ma lui avrebbe usato parole diverse per descrivere questo qualcosa, parole come «spietato» e «maligno». E Briac era entrambe le cose. John sapeva bene che quella sera Quin sarebbe andata là, e poi oltre, una volta pronunciato il giuramento. Forse lei non aveva ancora afferrato lo scopo di tutto ciò, ma lui sì. Sua madre, almeno, era stata onesta, mentre il padre di Quin non lo era stato per nulla.
E come si sarebbe sentita lei a scoprire la verità? A scoprire che, sì, forse i Seeker del passato erano stati mossi da nobili intenzioni, ma la nobiltà non apparteneva certo allo stile di Briac? Che le sue capacità sarebbero state utilizzate per uno scopo molto diverso?
«Secondo te, cosa dovrai fare stasera quando pronuncerai il giuramento?» le chiese con dolcezza.
«Briac ha detto solo che dovremo usare tutte le nostre abilità.» Aveva lo sguardo assente. «Qualsiasi cosa sia, mi sento come se le generazioni della mia casata degli ultimi mille anni fossero lì, insieme, ad aspettare che mi unisca a loro. È tutta la vita che mi preparo a questo momento.»
Anche John sentiva alle spalle la presenza delle generazioni che l’avevano preceduto e adesso aspettavano che recitasse il giuramento. Glielo aveva promesso: «Riprendilo e fagliela pagare per ciò che hanno fatto. La nostra casata risorgerà».
«E dell’athame che mi dici?» le chiese con noncuranza.
Quin era sorpresa, proprio come John si aspettava, perché a lui non erano ancora state rivelate tutte le conoscenze segrete di cui invece lei e Shinobu erano già stati messi a parte. John la osservava mentre lo studiava, curiosa di capire dove mai avesse imparato quel nome.
«Se sai di quello...» rispose. «Allora non ti manca molto per sapere tutto.»
«So che Briac si riferisce a quello quando parla del ‘più prezioso manufatto nella storia’. E so che è un pugnale di pietra.»
«Io l’ho solo visto, sai? Un paio di volte, non di più. E non l’ho mai usato.»

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Attenzione: la nuova proprietaria della copia cartacea di "Seeker" di Arwen Ely Dayton è JESSICA GANDOLA. E' già stata contattata dalla sottoscritta e riceverà presto la sua copia.

Colgo l'occasione di ringraziare i miei compagni di blogtour per la disponibilità e la pazienza con la sottoscritta, e tutti voi per aver letto il romanzo insieme a noi.
Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

26 commenti:

  1. Quest'intervista mi ha incuriosito ancora di più *_* adesso non vedo l'ora di leggerlo!!

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  2. Intervista stupenda! Ora aspettiamo di leggere il seguito!

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  3. Bella intervista Eli, davvero. Mi piace leggere e scoprire come nasce un libro del genere :)

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  4. Bella intervista! ^.^ Sono sempre più curiosa di leggerlo ;)

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  5. Bella l'intervista, mi è piaciuta molto la parte delle armi e quella in cui le parla dei viaggi che fa per creare le ambientazioni dei romanzi :)

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  6. Già diventa un film sicuramente sara magnifico. l'intervista mi e piaciuta moltissimo

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  7. Meravigliosa questa intervista Eli!!! Il libro già era qualcosa di unico che mi ispira da morire e carpire alcuni "segreti" dell'autrice è meraviglioso.

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  8. Bellissima intervista :)
    Mi sono piaciute anche le illustrazioni!

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  9. Diventerà un film *___* Io già non vedo l'ora di leggere il libro, se poi ci sarà anche il film meglio ancora! Bellissima questa tappa, l'autrice sembra davvero molto simpatica (:

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  10. che meraviglia! bello tutto, bella l'intervista!

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  11. Intervista fantastica! E mi unisco alla sua preghiera per quanto riguarda il film, speriamo facciano un ottimo lavoro**

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  12. Bellissima l'intervista *_*
    Che fortuna hanno avuto i suoi compagni di classe ad ascoltare le prime storie che ha scritto.
    Il Signore degli Anelli è una bellissima lettura, molto ispirante, ha scelto senza dubbio degli ottimi maestri.
    E l'estratto...sono tutta cuori.
    Incrocio le dita per questa giovane coppia, perchè come ci ha insegnato Cassandra Clare l'amore è questione di capitoli.
    Non shippare mai dalle prime pagine, non sai cosa succederà dopo.
    Un salutone e grazie per questa Tappa :)
    Leryn

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  13. Bellissima intervista!
    Più leggo gli estratti e più mi incuriosisce questo libro :D

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  14. Che magnifica intervista! le adoro sempre le interviste agli autori, perché permettono di scoprire tutti i "dietro le quinte" dei loro libri *-* speriamo che il film attinga dal libro da cui è tratto perché fanno veramente dei disastri per la maggior parte delle volte! allora è meglio scrivere all'inizio del film: "liberamente tratto da...", almeno così non c'è troppo aspettativa da parte di noi lettori! comunque è stato un bellissimo blogtour, grazie a tutti! :D bacio

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  15. Davvero una bella intervista e sono contenta che ci fossero anche i disegni - mi ha aiutato a visualizzare meglio le armi descritte nelle parti precedenti del tour.
    E poi John.. sto con gli occhi a cuoricino.

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  16. E' un pò azzardato chiedervi un altro estratto, vero? XD
    Grazie ragazzi per aver organizzato questo blogtour! Alla prossima :D

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  17. Bella intervista, la frustospada e il disgregatore sono proprio come l'immaginavo. Sul film ha perfettamente ragione, preghi e speri venga un buon film ma si sa che il libro è sempre meglio, nonostante questo sono curiosa di vederlo dopo aver letto Seeker.

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  18. Bella intervista, mi piacciono i disegni della frustospada e del disgregatore così so esattamente come sono fatti.

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  19. Un'intervista molto interessante :) Mi incuriosisce molto il fatto che il libro diventerà un film...chissà se sarà ben fatto e uscirà anche in Italia :)

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  20. Una sorpresa nell'intervista scoprire che questo diventerà un film..speriamo che non sia una delusione come la maggior parte dei libri divenuti soggetti cinematografici!

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  21. Ora che so che diventerà un film devo leggerlo per forza! E poi solo la prima domanda/risposta mi ha incuriosita fino al midollo!

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  22. Wow, fantastica intervista :D l'autrice sembra molto in gamba ^.^ le sue parole mi hanno convinta ancora di più, mi hanno dato l'impressione che il romanzo sia ben curato... e non posso augurarmi di meglio :D
    E per quanto riguarda i diritti cinematografici... non ne sapevo niente, ma vedo che ha già capito tutto lei :P per quelli bisogna soltanto pregare... perché chissà che cosa ne uscirà fuori Y-Y

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  23. Bella intervista ^^ Ha aumentato la mia curiosità riguardo al libro :)

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  24. Una bellissima intervista, complimenti! :)
    COmunque questo libro mi incuriosisce tantissimo e l'autrice sembra aver realizzato davvero un ottimo lavoro nel mescolare elementi antichi con quelli futuristici ! *-*

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  25. Nei giorni scorsi mi sono presa una brutta influenza e non sono riuscita a connettermi per commentare le ultime tappe, lo faccio ora perchè ci terrei tantissimo a vincere il libro e perchè mi è piaciuto moltissimo questo blogtour con tutte queste interessanti rivelazioni. Ho apprezzato davvero moltissimo questa intervista davvero molto interessante, ora osno ancora piu curiosa di leggerlo! Grazie mille

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