sabato 28 novembre 2015

"Wool" di Hugh Howey

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Wool" di Hugh Howey, edito da Fabbri Editori ed ora in edizione economica BUR (brossurato a 12€):
In un futuro apocalittico, in cui l'aria è diventata tossica e uccide, una comunità sopravvive rinchiusa in un gigantesco silo sotterraneo. Questo è il mondo di Wool: sottoterra uomini e donne vivono prigionieri in una società piena di regole che dovrebbero servire a proteggerli. Ma da cosa, esattamente? Lo sceriffo Holston, un uomo lucido e malinconico che vive nel ricordo della moglie scomparsa, dopo anni di servizio decide di infrangere il tabù più grande di tutti: uscire, e andare incontro alla morte. Questa, decisione fatidica dà inizio a una serie di eventi terribili: gli abitanti di Wool dovranno presto imparare quanto sia malato il loro mondo.

Questo mese il Domino Letterario mi ha portata a leggere un libro che era nella mia pila TBR da mesi, perché mi sono agganciata a Federica e al suo "Ancients: il grande freddo" di Luigi Claudio Viagrande con cui condivideva i colori sul rosso/arancio/marrone scuro della copertina e l'idea di un mondo desolato.
Ho acquistato a scatola chiusa l'intera Trilogia del Silo appena è uscita in edizione economica, e quindi eccomi qui mesi dopo a parlarvene.

Questo romanzo è straordinario.
La cura nel dettaglio, la perfezione che caratterizza l'incastro di ogni ingranaggio, i dialoghi efficaci, le descrizioni pressochè perfette: Hugh Howey non avrebbe potuto fare di meglio, con il mondo desolante e frustrante in cui ha confinato ciò che resta dell'umanità.
Un mondo fatto di metallo, che sprofonda nelle viscere della Terra per centinaia di piani, e dal quale uscire equivale a una vera e propria condanna a morte.
Anzi, il desiderio stesso di uscire è considerato un atto di grave insubordinazione, e come tale viene punito proprio con l'espulsione dal Silo.

Ciò che del mondo esterno è dato di vedere è... Il nulla, o meglio una specie di landa aperta priva di qualsiasi variante, e d'altronde là fuori si muore d'intossicazione dopo poco tempo: come potrebbe mai esserci qualcosa di diverso dal nulla?
Questo squarcio di vita in superficie è possibile vederlo grazie a quelli che potremmo definire degli enormi cannocchiali, le lenti dei quali vengono pulite ogni volta che qualcuno vine condannato all'esilio dal Silo.
Sostanzialmente non solo vieni mandato a morire, ma l'ultima cosa che fai è dare una mano a chi ti sta condannando a morte: una logica crudele, ma che in fondo sembra aver garantito la sopravvivenza della comunità per decenni, nonostante occasionali rivolte.

Ed è proprio da qui che parte la nostra storia, dal momento in cui, attraverso i pensieri dello sceriffo Holston e i suoi ricordi di frammenti di conversazioni con la moglie, morta da tempo, iniziamo a sospettare che ci sia sotto qualcosa.
Che non sia proprio tutto com'è presentato, e che forse la verità dietro al Silo, e alle sue regole, è più terrificante del previsto.

Protegonisti della storia sono peronaggi unici, che ho apprezzato dalla prima all'ultima pagina, a  cominciare da Juliette: genio della meccanica, una storia famigliare non proprio rose e fiori e un carattere forte, che nemmeno un amore finito tragicamente ha potuto annientare.
Si trova immersa nelle oscure trame del Silo e ciò che scoprirà del suo mondo la destabilizzerà...
Dandole però la spinta necessaria a lottare sul serio per ciò in cui crede.
Ad esempio per Lukas, che sogna di vedere le stelle e che è l'unico a non smettere per un solo secondo di lottare per lei.
Lukas mi è piaciuto TANTO, e non vedo l'ora di ritrovarlo nel volume seguente.

Il ruolo del cattivo spetta all'ambiguo e viscido Bernard, che però...
Sarà davvero lui, il responsabile di un sistema così atroce?
O forse anche lui è solo una pedina su una scacchiera talmente grande da rendere impossibile a chiunque di vederla?
Il suo personaggio mi ha affascinata, perchè se da un lato è molto facile condannare ogni sua azione fredda e calcolatrice, dall'altra....
Dall'altra c'è troppo di non detto, e soprattutto c'è troppo che lui non rivela per poterlo davvero inquadrare.
La vita nel Silo è sostanzailmente l'incubo di ogni claustrofobico (presente!), in quanto dal Silo NON SI ESCE. Si sale e si scende, ci si muove da una stanza all'altra, ma sempre al chiuso e sempre con la consapevolezza di essere nel sottosuolo.
Per il resto, esiste una gerarchia basata sulle diverse competenze, che relega minatori e meccanici sul fondo, gestione informatico-elettronica nel mezzo e potere esecutivo e militare in alto.
Ogni fascia ha un suo vicesceriffo, che garantisce l'ordine della sua parte di piani, e tutti fanno rapporto allo Sceriffo con la S maiuscola, che lavora con il Sindaco perchè tutto fili liscio come l'olio senza il minimo intoppo.
Ogni disordine è pericoloso, e pertanto viene sopito in fretta e con freddezza, senza perdere tempo in convenevoli.

Riuscite a immaginare qualcosa di peggio?
Un mondo diventato tossico per chiunque, vivere sottoterra in quelli che sostanzialmente sono grossi scatoloni di cemento e metallo blindati...
Senz'alcuna possibilità di scelta, perchè qui TUTTO è controllato: per diventare genitori bisogna vincere alla Lotteria la possibilità di fare un figlio (una forma rigidissima di controllo delle nascite, ma necessaria per non sovraffollare il Silo) e questo accade, ovviamente, ogni volta che qualcuno muore; le relazione di tipo sentimentale sono proibite se non ufficiali, e questo vuol dire sostanzialmente che nella vita avrai un partner solo, e devi solo sperare di aver scelto bene da subito perchè non hai margine di errore; ogni malessere è un pericolo per tutti.

Da questa situazione non può venir fuori nulla di buono, e infatti...
Non volendo svelare nulla della trama, dico solo che il ritmo del libro è decisamente sostenuto, e vi troverete sul bordo della sedia incapaci di smettere di leggere.
Howey è bravissimo nel seminare ovunque piccole e grandi rivelazioni, colpi di scena, cambi di prospettiva, e questo senza mai perdere il filo del discorso.
Credo di non aver mai letto 552 pagine così in fretta, ma DOVEVO sapere.
Dovevo sapere cosa sarebbe successo a Juliette, a Lukas, a Bernard.
Dovevo sapere se davvero l'umanità sul pianeta fosse tutta lì, dovevo sapere cosa fosse successo di così terribile da ridurre gli uomini a dei topi industriosi relegati nel sottosuolo.

Vengono date molte rispsote, ma tantissime questione restano volutamente apert e non chiarite, quindi vi consiglio vivamente di avere a portata di mano "Shift", secondo volume della trilogia, perchè vorrete davvero iniziarlo un secondo dopo aver voltato l'ultima pagina.
E' uno dei romanzi distopici migliori che abbia mai letto, e si porta a casa cinque stelline senza alcuna fatica. Dovessi consigliare a qualcuno un romanzo distopico ora, gli direi questo.
E quindi lo consiglio a voi!

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

7 commenti:

  1. Non c'è l'ho fatta a resistere fino a domani, così, appena mi sono accorta che avevi pubblicato la recensione, sono corsa a dare un'occhiata. Che dire? Che sembra una figata! Certo, il mio lato claustrofobico non ne sarà molto felice, ma io devo assolutamente leggere questo libro!

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  2. oddioo che libro!! mi piace ;) credo che sarà nella mia lista!

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  3. Addirittura 5 stelline?? :) Mi hai trasmesso l'entusiasmo :D Entra diretto in Wishlist <3

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  4. La tua recensione mi ha molto stupita perché ne avevo letta una decisamente negativa. Molta brava, mi hai incuriosito!

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  5. Caspita 5 stelline finisce in wish list subito! Però attendo l'uscita del secondo in italiano, troppi libri in lingua da leggere al momento XD
    Baci

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  6. Devo assolutamente leggerlo dopo questa recensione!!!

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  7. A me è piaciuto a tratti, si sente che è uscito a puntate, alcune scorrono di più, altre meno, e la fine - nonostante sia la parte migliore - non mi ha spinto a continuare la serie.

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