mercoledì 22 marzo 2017

"Vita di Nullo" di Diego Marani

Buongiorno a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
La chiacchiera librosa di oggi è dedicata a "Vita di Nullo" di Diego Marani, edito La nave di Teseo (brossurato a 15€):
"Vita di Nullo" è il romanzo della provincia italiana, una ballata intensa cantata da eroi troppo grandi per le piazze in cui abitano. Il palcoscenico è un bar che ha la sacralità di una chiesa e un sacerdote indiscusso, Nullo, che regna su un popolo di rivoluzionari, come Belaghega l'inventore di parole, Patecia il collezionista di tristezze e Scandul, barrelliere per mestiere e pescatore per vocazione. Da quando Nullo è sparito nessuno più sorride al bar, perché lui era l'anima dell'intero paese. Sovrappeso e sognatore fin da bambino, vittima sacrificale dei coetanei eppure insostituibile animatore di ogni serata, Nullo è uno di quei lucidi folli che fioriscono nella provincia italiana. Ha idee strampalate, geniali, è lo zimbello del gruppo ma riempie la vita di tutti. È vittima e carnefice dei larghi vuoti della pianura padana. Ora Nullo ha finalmente l'occasione della vita per uscire dalla provincia e conquistare la platea del mondo. Lascerà la sua opera incompiuta?

"Vita di Nullo" mi incuriosiva moltissimo, e ho potuto recuperarne al volo la lettura due sabati fa perchè questo romanzo di 100 pagine si divora nel corso di un tè, per poi continure a pensarci nei giorni a seguire.

Diego Marani ci porta nell'atmosfera di paese tipica dei romanzi di Andrea Vitali senza però quella nota "gialla" tipica dell'amatissimo autore di Bellano.
Ci porta in quello che è letteralmente il centro della vita sociale di paese, il bar.
Anzi, il Bar: ce n'è uno, in questa storia e probabilentenell'intero centro abitato, ed è qui che si consumano liti, discussioni, scambi di opinioni, dibattiti.
È qui che si commentano partite e gare automobilistiche, ed è qui che per anni si sono stretti tutti attorno a Nullo.
Ex bambino sovrappeso soprannominato Panzòn, spesso deriso ma mai davvero lasciato indietro, Nullo è diventatao un trascinatore e l'anima del bar.
Tanto che, quando scompare, è come se la vita si fermasse.
Che fine ha fatto Nullo?
Cosa gli è successo?
Le ipotesi si sprecano, le congetture non mancano, e viene spontaneo unirsi alla voce narrante e fare anche noi le nostre congetture, salvo poi capire che, forse, non è poi così importante sapere dove sia finito.
Ad affascinare del breve romanzo di Diego Marani non è tanto la figura di Nullo quanto il modo in cui arriviamo a conoscerla, attraverso il racconto e il ricordo di una vita in cui è stato un outsider e l'anima della festa, in cui è stato vittima e carnefice, in cui èstato al centro di ogni discussione ma senza mai dire davvero la sua - tranne riguardo le competizioni sportive di ogni tipo.

La prosa dell'autore scorre fluida e al giusto ritmo, e quello che ci viene regalato è sia uno splendido e sincero spaccato della vita di provincia, sia la storia di un personaggio unico nel suo genere, e del quale si vorrebbe leggere ancora e ancora.
Non mi sono bastate 100 pagine, ne avrei volute almeno il doppio.
È sicuramente un autore da tenere d'occhio.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

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