mercoledì 1 luglio 2015

"La vita in generale" di Tito Faraci

Buongiorno fanciulle (e fanciulli)!
Oggi vi parlo di un romanzo letto in due sere, e che mi è piaciuto TANTO.
Colgo anche l'occasione per ringraziare Feltrinelli per avermi inviato il libro:
Il Generale, Mario Castelli, è stato alla guida di un’azienda, ha avuto una bella famiglia, ha avuto molto dalla vita. Ora non ha più niente. La sua è stata una discesa veloce, inarrestabile, provocata da un imprevedibile tradimento. Dopo la galera, scivolare in basso è stato più facile di quanto potesse immaginare. Ora vive insieme ad altre creature notturne negli anfratti dei senzatetto, dei disperati, dei barboni. Eppure, anche lì, gli uomini e le donne con cui divide la nuova condizione di dropout gli riconoscono la naturale autorevolezza di chi sa come ci si muove nel mondo. Lo chiamano come lo chiamavano in azienda, il Generale.
Tutto procede finché la giovane Rita, che ha studiato il suo caso, si mette sulle sue tracce: vorrebbe che l’azienda paterna non fosse assorbita da una combinata franco-cinese e sa che il Generale ha le competenze per aiutarla. Bella come una regina che illumina la notte, Rita conquista la sua fiducia. Da quel momento in poi, l’avventura di Mario Castelli si muove in un teatro di pescecani, manager assatanati, gelidi manipolatori che ben conosce. Sono personaggi vecchi e nuovi, facce diventate maschere e maschere con duplice identità.
Come nella grande tradizione del teatro popolare la miseria fa ridere, come nella letteratura popolare la vendetta produce peripezie, azione e riscatto.
Frank Capra, Topolino, Totò, Il conte di Montecristo – Tito Faraci porta l’audacia delle storie dei fumetti dentro un romanzo comico-sociale vorticoso e appassionante.

In 208 pagine Tito Faraci ha messo davvero tutto.
Abbiamo due ambientazioni molto diverse, quella del mondo dei senzatetto e quella del mondo dell'alta finanza; abbiamo un cast di personaggi singolari ed ognuno, a modo suo, affascinante; abbiamo una storia di amicizia tradita.

Mi è piaciuto moltissimo il personaggio di Mario Castelli, perché è la personificazione del leader carismatico: è emerso da giovane nel suo gruppo di compagni di scuola, è emerso sul lavoro nell'azienda di famiglia, ed è emerso anche in strada, tra i senzatetto.
Questo perché il carisma è una sua dote naturale che prescinde dai beni materiali di cui la sua vita un tempo era piena: resta anche una volta che sono spariti i bei vestiti, la bella auto e la bella casa.
Il suo soprannome, "Generale", non è tanto un soprannome quanto il ruolo che ha sempre svelto nella vita: quello di un comandante.

Anche il personaggio di Rita mi ha conquistata, perché è giovane ma non sprovveduta, bellissima ma alla ricerca di chi l'aiuti perché crede nella sua intelligenza.
Disposta a tutto per salvare l'azienda di famiglia da giochi di potere e da una triste fine, ci si trova fin da subito a fare il tifo per lei e per l'improbabile gruppo di aiutanti che si è andata a scegliere.

Ci sono poi i senzatetto, compagni di vita del Generale: ognuno dalla personalità ben precisa, anche se il mio preferito in assoluto è Zagor (sì, il suo nome da strada viene proprio dal fumetto).
La sua storia è toccante, e anche se viene svelata in due facciate senza che poi ci si torni sopra, o ho continuato a pensarci fino alla fine del libro.

Non posso non dire una parola sui "cattivi" della storia, soprattutto su Repetti.
Non tanto sul suo ruolo nella storia, perché svelerei troppo, ma su una sua singolare fissazione: quella per le storie.
E' una vera propria ossessione, che lo porta a ripetere le sue azioni cercandone la messa in scena più adatta, ad analizzare i comportamenti altrui come se fossero attori che recitano un copione e a "girare" nella propria testa il film della sua vita.
A volte sembra un po' fuori di testa, altre solo una persona che cerca disperatamente di avere di più da una vita che si è sì costruito da solo, ma della quale alla fine non è poi così soddisfatto.

E' un romanzo leggero e che intrattiene, ma allo stesso tempo offre molteplici spunti di riflessione.
La vita dei senzatetto è descritta con semplicità e concretezza, ed è a tratti sconfortante pensare a come ognuna di queste persone sia passata, in un momento della sua vita, dall'avere una casa, una famiglia, un lavoro, a non avere nulla che non siano i vestiti che indossa.

Altro argomento di forte attualità è quello del destino delle grandi aziende italiane, di cui la ItAllum descritta nel romanzo è solo un esempio: aziende nate e cresciute in tempi diversi, che si trovano a non reggere il confronto con la manodopera straniera a bassissimo costo e con un mercato che impone prezzi sempre più irrisori.
Rischiano il fallimento, e a questo spesso si accompagna lo smembramento: vengono fatte a pezzi, e mano a mano che vengono liquidati con essi se ne va anche il lascito di generazioni intere.
Siamo davvero disposti a distruggere questo lascito in nome dei prezzi bassi e del consumismo sfrenato a cui sembriamo costretti a partecipare?

Non voglio ovviamente scendere nei dettagli della trama, per non rovinare il libro a nessuno di voi, ma ho scelto un estratto che mi è piaciuto molto, tratto da un discorso del Generale:

pag. 186: Per rinascere, bisogna prima morire. E io sono stato un uomo morto. So che cosa significa perdere una vita. Già. Quando chiedete come va "la vita in generale", vi riferite a quell'insieme di cose ovvie, che sembrano marginali rispetto all'argomento del giorno. E' una domanda che si fa così, per abitudine e per cortesia, senza un reale interesse. "E la vita in generale?"
La risposta, di solito, è una scrollata di spalle.
La vita in generale va avanti, con le solite cose date per scontate: avere qualcosa da mettere nel piatto, avere un posto per dormire, avere famiglia e amici. Questa è la vita in generale. Che sembra ai margini, e invece è il centro di tutto.
Io lo so, perché l'ho persa. Ho perso quella vita e, quindi, sono morto.

Come sempre vi segnalo un estratto gratuito del romanzo, così potete vedere se vi incuriosisce o no.
Consigliato a chi ama le storie con protagonisti degli underdogs; a chi apprezza le storie di rinascita e le seconde occasioni; a chi ama essere stupito da piccoli colpi di scena qua e là.

Un bacio a tutte, fanciulle (e fanciulli)!
A presto <3

1 commento :

  1. Mi sembra veramente un libro interessante, che affronta tematiche molto attuali.
    Bella recensione, un bacio

    RispondiElimina